"Scienza e Professione"
Mensile di informazione e varie attualita' - Reg. Trib. Roma n. 397/2004 del 7/10/2004
Resp.:   Daniele Zamperini  O.M. Roma 19738 - O. d. G. Lazio e Molise 073422   

 

L’ipertensione danneggia le funzioni cognitive, la terapia le preserva.

 

Come e’ gia noto, vi e’ una correlazione diretta fra la pressione del sangue e il rischio, nei soggetti anziani, dell’insorgere della demenza vascolare. L' ipertensione,  sia agendo sul sistema vascolare del cervello che direttamente sul cervello stesso, aumenta in maniera statisticamente rilevante la possibilita’ che le funzioni cognitive decadano.

Studi clinici e osservazioni hanno mostrato che una azione medica  attiva sulle persone ipertese, mirata alla diminuzione della pressione diminuisce sia tasso di morbosità che la mortalita'; e' stato inoltre osservato che la diminuzione della pressione arteriosa migliora sensibilmente la qualita’ della vita e preserva le funzioni cognitive.

Non sempre la terapia basata su un solo farmaco è sufficiente per garantire una azione efficace nei confronti dell’ipertensione; molti pazienti necessitano, difatti, di una terapia combinata composta da più farmaci. Le terapie combinate (tipicamente un diuretico insieme ad un inibitore ACE, un ARB o un beta bloccante) sono appropriate maggiormente nel caso di pazienti anziani; risultano infatti ben tollerate, e sono in grado di contribuire notevolmente alla conservazione delle funzioni cognitive.

Guido Zamperini
Fonte : Papademetriou V. - Geriatrics. 2005 Jan;60(1):20-2, 24.           

            Pubmed PMID 15700945