Gli effetti a lungo termine della vitamina E nei problemi cardiovascolari e nel cancro: Uno studio randomizzato.

 

Sperimentazioni e dati epidemiologici suggeriscono che la vitamina E possa essere usata per prevenire il cancro e malattie cardiovascolari. Gli studi clinici hanno, però, generalmente fallito nel confermare questi benefici, probabilmente per via della loro breve durata. Per questo motivo Lonn E, Bosch J, Yusuf S, Sheridan P, Pogue J, Arnold JM, Ross C, Arnola A, Sleight P, Probstfield J e Dagenais GR, insieme ai centri HOPE e HOPE-TOO, hanno strutturato uno studio in doppio cieco a lungo termine per verificare se la vitamina E è effettivamente in grado di ridurre i rischi di insorgenza del cancro o di malattie cardiovascolari. Lo studio è stato articolato in due periodi distinti: il primo (Heart Outcomes Prevention Evaluation [HOPE]) è durato dal 21 dicembre 1993 fino al 15 aprile 1999, con pazienti con 55 anni o meno con problemi vascolari o diabete mellito. Il secondo (HOPE- The Ongoing Outcomes [HOPE-TOO]), prosecuzione del primo, è durato dal 16 aprile 1999 e il 26 maggio 2003.

Dei 267 centri HOPE, che avevano reclutato 9541 pazienti, 174 centri hanno partecipato anche nel secondo periodo. Dei7030 pazienti reclutati in questi centri, 916 sono deceduti all’inizio dell’estensione, 1382 hanno rifiutato il rinnovo della partecipazione, 3994 hanno continuato, e 738 hanno accettato di partecipare ad un follow-up passivo. La durata media del follow-up è stata di 7.0 anni.

La somministrazione di Vitamina E è stata strutturata nel seguente modo: un gruppo veniva trattato con una somministrazione giornaliera di vitamina E (400 IU), mentre un altro gruppo veniva trattato con placebo. I risultati primari includevano l’incidenza dell’insorgenza del cancro, la morte per cancro e i problemi cardiovascolari maggiori. I risultati secondari includevano l’angina instabile, rivascolarizzazione,  e patologie simili.

I risultati dello studio non mostrano grandi differenze nei campioni HOPE: er quanto riguarda l’incidenza di cancro, si sono rilevati 552 (11.6%) casi nel gruppo trattato e 586 (12.3%) casi in quello non trattato. Per la morte per cancro, 156 casi contro178 (3.3% vs 3.7%) e per i problemi cardiovascolari maggiori 1022 (21.5%) vs 985 (20.6%). I pazienti trattati con vitamina E hanno un rischio più alto di HEARTH FAILURE e di ospedalizzazioni per lo stesso motivo.

Le conclusioni a cui questo studio porta sono che in pazienti con diabete mellito la somministrazione di vitamina E non porta ad alcun miglioramento, nell’ambito di prevenzione del cancro o di patologie cardiache, mentre aumentano i ricoveri per HEARTH FAILURE

 

Guido Zamperini

 

Fonte: JAMA, 2005 Mar 16;293(11):1387-90