Inibitori della colinesterasi nel morbo di Alzheimer: benefici incerti.

In questa revisione sistematica degli studi pubblicati fino a novembre 2004 è stata valutata l'efficacia degli inibitori della colinesterasi nel trattamento del morbo di Alzheimer. Gli studi dovevano essere in doppio cieco e randomizzati e prevedere il confronto tra un inibitore della colinesterasi (donezepil, rivastigmina o galantamina) e placebo. Sono stati ritenuti idonei per la revisione 22 RCT. Ogni studio è stato valutato indipendentemente secondo criteri prestabiliti di qualità metodologica. Il follow-up andava da 6 mesi a 3 anni. La valutazione metodologica ha trovato che tutti gli studi erano gravati da debolezze considerevoli (come per esempio l'esclusione di pazienti dopo la randomizzazione) mentre il beneficio della terapia rispetto al placebo era trascurabile. Per esempio in 12 studi gli outcomes cognitivi venivano valutati con un sistema a punteggio di 70 punti e la terapia mostrava un miglioramento che andava da 1.5 a 3.9 punti.
Gli autori concludono che le basi scientifiche per raccomandare il trattamento con inibitori della colinesterasi sono opinabili.

Ref:
Kaduszkiewicz H et al. Cholinesterase inhibitors for patients with Alzheimer's disease: systematic review of randomised clinical trials. BMJ 2005 Aug 6; 331:321-327


Commento di Renato Rossi

Gli inibitori della colinesterasi (galantamina, donezepil, rivastigmina) sono stati oggetto di numerosi studi e valutazioni e i risultati sono incerti o interpretati in modo diverso. 
Secono una precedente revisione gli inibitori della colinesterasi hanno al più un effetto modesto [1].
Un'altra meta-analisi [2] sostiene gli inibitori della colinesterasi sono utili in circa un paziente ogni 12 trattati, ma causano effetti collaterali abbastanza intensi da portare alla sospensione della terapia in un caso ogni 16.
Anche i risultati del progetto CRONOS [3] non sono stati particolarmente brillanti: dopo 9 mesi di terapia solo un paziente su dieci mostra dei miglioramenti e se il paziente non risponde entro tre mesi è difficile possa rispondere con un trattamento più prolungato.
Per il momento la strada per la terapia dell'Alzheimer sembra ancora in salita.


1. Trinh NH et al. JAMA. 2003; 289:210-216
2. Lanctot KL et al. CMAJ 2003;169: 557-64
3. Progetto Cronos: i risultati dello studio osservazionale. Bollettino di Informazione sui Farmaci 2004, 5-6:183-188