L' intelligenza non protegge dai "vuoti mentali"

Le persone intelligenti spesso ritengono di avere meno probabilità di incappare in un blocco mentale, o “black out”, vuoi per l’intelligenza in se’, vuoi per la capacità di affrontare i problemi che si pongono.

Per verificare questo assunto, Sian Bellock e Thomas Carr, della Michigan State Univrsity hanno sottoposto a un complicato esperimento 93 studenti universitari.

I partecipanti all’esperimento sono prima stati suddivisi in due gruppi, mediante un test di intelligenza. Un gruppo era formato dagli studenti con intelligenza normale o comunque sufficiente, il secondo gruppo da studenti con intelligenza “superiore”.

Strutturati i due gruppi, è stato somministrato loro un compito di tipo matematico, composto da una serie di esercizi da risolvere in un tempo prestabilito. Al secondo gruppo fu chiesto di avere un rendimento del 20% superiore al primo, al fine di avere un premio in denaro. Per aumentare ulteriormente lo stress relativo alla prova, fu inserita un’ulteriore condizione: ogni studente venne abbinato ad un altro, e solo se entrambi avessero avuto successo sarebbero stati premiati.

Durante il corso dell’esperimento vennero tutti informati che il compagno era riuscito a completare la prova. Tale informazione serviva a generare nei partecipanti una forte ansia da prestazione. Gli studenti con intelligenza media, nella maggior parte dei casi, non mostrarono particolare stress e continuarono a lavorare tranquillamente. Gli studenti del secondo gruppo, invece, reagirono diversamente. Invece di darsi da fare per ottenere il premio, tendevano in maggioranza a bloccarsi e a non andare piu’ avanti nello svolgimento del compito.

Anche la resa era molto al di sotto delle loro possibilità reali. La paura di fallire, evidentemente, li portava ad un vero blocco mentale.

Bisogna pero’ fare qualche osservazione: I due gruppi sono stati prima discriminati con un test di intelligenza (e sappiamo come tali test abbiano dei problemi, in quanto non tutti misurano la stessa cosa); il compito assegnato era invece un esercizio di attenzione sostenuta in situazione di stress. L’intento originario era misurare se le persone intelligenti siano prive di black out mentali o se comunque ne “soffrano” in misura minore. Sono quindi stati sottoposti ad una situazione estremamente stressante, e si è registrato che chi aveva valori alti nel test di intelligenza aveva piu’ possibilità di incappare in un vuoto mentale rispetto a chi aveva avuto risultati piu’ bassi.

Ma se il test di intelligenza applicato fosse egli stesso influenzato dalla capacita’ attentava dei soggetti; ne’ e’ chiaro se esista una correlazione diretta tra intelligenza e scarsa tolleranza allo stress, o se cio’ si verifica unicamente attraverso una diminuzione dell’ attenzione. Insomma: la persona piu’ intelligente si distrae di piu’ o cade in situazione di panico da stress?

Guido Zamperini
Fonte: Psicologia Contemporanea, N. 193 (Gen-Feb 2006)