Lettera aperta all'Assessore alla Sanità della Regione Lombardia
  Dott. Alessandro Cè

Milano 13/03/06

Egregio Assessore,

le sottoscritte Organizzazioni Sindacali regionali Federazione Medici,
Fimmg e SUMAI, firmatarie dell' ACN per la medicina di famiglia e
ampiamente rappresentative della maggioranza dei medici di famiglia
lombardi, nell'esprimere grave preoccupazione per il recente deferimento
alla Corte dei Conti di 560 colleghi della nostra Regione, si vedono
costrette ad andare ad una revisione radicale dei rapporti della
categoria con le ASL e la Regione Lombardia, a tutela dei propri
iscritti e del rapporto fiduciario con i cittadini e chiedono pertanto
alla S.V. un incontro urgente.

Il medico di famiglia, in Lombardia, si trova nella posizione di forte
impegno professionale e di grande rischio legale per dover da una parte
rispondere alle più disparate esigenze di salute (spesso presunte tali)
da più parti indotte, dall’altra a doversi tutelare da responsabilità
(civili e penali) correlate con il ritardo diagnostico o con la mancata
cura, senza tralasciare l’obbligo dell’adeguamento ad una serie di norme
regolatorie inerenti la prescrizione di terapie o di indagini
diagnostiche, la cui responsabilità sostanziale è da ascrivere ad altri
settori del servizio sanitario.

Tale situazione di difficoltà è certamente ben presente all'Assessorato,
come sono ben presenti ai medici di famiglia le responsabilità connesse
ad un uso appropriato delle risorse e al ruolo centrale dei medici del
servizio sanitario regionale, in ambito di governo clinico, di tutti i
medici: medici delle cure primarie, specialisti ambulatoriali,
specialisti ed medici ospedalieri delle strutture pubbliche e private
accreditate.

L'accordo sottoscritto il 13 dicembre rappresenta un fondamentale
momento di condivisione di responsabilità tra professionisti medici e
responsabili sia di governo che di gestione del sistema sanitario.

Va altresì sottolineato come, nel Sistema sanitario regionale lombardo,
collocato ai massimi livelli nazionali ed europei per efficienza e
risultati gestionali, tra cui il pareggio di bilancio, i medici di
famiglia rivendichino una parte non secondaria per il conseguimento dei
risultati raggiunti, condividono l'impostazione generale del nuovo Piano
Socio Sanitario Regionale che in un quadro di promozione della
sussidiarietà, riconferma la sua caratteristica solidale ed universale.

Il rapporto fiduciario tra medici e Regione è stato turbato dalla
recente indagine della Guardia di Finanza, svoltasi, a quanto
dichiarato, nell'ambito di un rapporto di collaborazione, addirittura
formalizzato da una Convenzione con l'Istituzione regionale.

La categoria non è certo preoccupata dai controlli svolti regolarmente e
doverosamente dalle ASL e mirati al rispetto delle norme che regolano la
prescrizione e che sono state pensate per garantire la sostenibilità
economica del sistema.

Non possiamo però esimerci dal sottolineare come tali norme, per la loro
complessità, gravano pesantemente sull'attività quotidiana dei medici e
non pensiamo sia più possibile andare avanti senza pesanti interventi di
semplificazione e trasparenza.

I medici non sono preoccupati per le rilevazioni dei dati di spesa, che
ogni ASL è in grado di operare attraverso la banca dati assistito; la
conoscenza di tali dati, di tutti i dati di consumo, non solo quelli di
spesa farmaceutica, la loro diffusione e la discussione che ne può
derivare tra professionisti rappresentano un’occasione utile per
pervenire, in una cornice di revisione tra pari, ad un miglior uso delle
risorse. E questo soprattutto nell’ambito della prevenzione e della
gestione delle patologie croniche attraverso lo strumento dei percorsi
diagnostico terapeutici condivisi tra tutti i medici del servizio
sanitario regionale.

Il vulnus grave alla nostra attività quotidiana è rappresentato dal
fatto che, per un accordo intercorso tra Regione e Guardia di Finanza, i
dati relativi al nostro lavoro sono stati sottoposti ad una verifica
esclusivamente statistica, anche se operata per il tramite di strumenti
evoluti e, a seguito dei risultati di tale elaborazione, la valutazione
di merito nel singolo caso è stata sottoposta non alla decisione di
organismi professionali ed aziendali, ma direttamente alla Corte dei Conti.

L'elaborazione inoltre ci risulta sia stata fatta tenendo conto degli
scostamenti in alto dalla media, ma non da quelli verso il basso, dando
luogo a un modello statistico tendenziale che, se portato all'estremo,
dovrebbe azzerare del tutto la spesa farmaceutica.

Non si hanno notizie degli strumenti di merito che la Corte dei Conti
porrà in essere nella valutazione dei dati trasmessi, né dei tempi che
potranno intercorrere.

E' esperienza comune che tali procedure necessitino di tempi lunghi e si
concludano con risultati in generale assolutori, anche perché il
concetto di danno erariale correlato all'iperprescrizione è tutt'altro
che consolidato e ci risulta esista ampia giurisprudenza a sostegno
dell'autonomia professionale del medico.

Certo è che i colleghi interessati (circa il 7% dei medici di famiglia
lombardi), si troveranno ad affrontare ingenti spese legali a loro
carico. Tale aumento dei costi, già reali per i diretti interessati e
facilmente ipotizzabili per gli altri, non può che indurre ad una
diversa stima, anche economica, del rischio professionale in relazione
ad una presunta responsabilità erariale, che è fattore aggiuntivo
rispetto all’attività clinica.

Al momento non esistono le condizioni per poter provvedere serenamente
alla prescrizione di farmaci ed accertamenti relativi ai pazienti a
maggior costo.

Siamo pertanto costretti ad ipotizzare una qualche modalità di rinvio
alle ASL di tali pazienti perché provvedano direttamente alla
prescrizione di quanto necessario a fronte di una nostra relazione.

Non esistono neppure più le condizioni per un utilizzo sereno della
nuova tessera sanitaria, integrata nella carta CRS-SISS, cui la nuova
Finanziaria vincola la corresponsione dell'indennità informatica.

Stiamo pertanto valutando l'opportunità di invitare i colleghi a
rinunciare alla suddetta indennità, a questo punto ridicolmente esigua
rispetto al rischio professionale correlato. In effetti tale indennità è
prevista all'interno di un ACN che formalizza i rapporti di
collaborazione tra medici e ASL in una logica di governo clinico e non
fa menzione di incomprensibili controlli di polizia sulla qualità
professionale, fondati su strumenti solo statistici.

Parallelamente le scriventi organizzazioni sindacali stanno rivedendo la
propria posizione rispetto al sistema CRS-SISS, attualmente in atto con
un rapporto contrattuale in prorogatio e, a proprio avviso, non
pienamente onorato.

Tale sistema, nato nell'ottica di una comunicazione totale tra ospedale
e territorio, si è attualmente arenato ad una funzione di semplice
registrazione statistica del prescritto, senza alcun ritorno in termini
di utilità professionale per il medico, né di vantaggio per il cittadino.

Stiamo per invitare i medici già collegati al sistema a sospendere tale
collegamento, stiamo altresì valutando l'opportunità di sospendere ogni
nostra partecipazione ai tavoli, regionali,aziendali e distrettuali.

Prima di porre in atto quanto sopra indicato e motivato, chiediamo
tuttavia un incontro urgente con la Regione Lombardia, finalizzato a
chiarire la contraddizione tra la costruzione, in sede contrattuale, di
un sistema professionale innovativo e responsabilizzato e la stipula, in
sede di governo regionale, di un sistema di controlli, attraverso una
convenzione Regione-Guardia di Finanza, finalizzato non alla repressione
delle frodi, ma al controllo della qualità degli atti professionali con
l'utilizzo di strumenti a nostro avviso inappropriati.

Solo dopo la stipula di un patto tra Regione e le scriventi
Organizzazioni Sindacali, che ripristini nella categoria la fiducia nei
confronti delle istituzioni, sarà possibile la ripresa di un rapporto
contrattuale corretto e la continuazione delle necessarie attività di
collaborazione.

Distinti saluti.

Fiorenzo Corti, FIMMG Lombardia Francesco Falsetti, FEDERAZIONE MEDICI
Lombardia Giuseppe Nielfi, SUMAI Lombardia