"Scienza e Professione"
Mensile di informazione e varie attualita' - Reg. Trib. Roma n. 397/2004 del 7/10/2004
Resp.:   Daniele Zamperini  O.M. Roma 19738 - O. d. G. Lazio e Molise 073422 

Il piercing è associato a comportamenti a rischio negli adolescenti americani

Sottoporsi al piercing è una pratica molto frequente oggi nei giovani e negli adolescenti.
Complicanze legate al piercing vengono riportate in circa un caso ogni sei.
Le più comuni sono le infezioni batteriche, il sanguinamento e i traumatismi
locali cutanei o mucosi.
Uno studio si è proposto di esaminare se gli adolescenti (età 13-18 anni)
che si sottopongono a questa pratica manifestino problemi del comportamento
in misura maggiore rispetto ai coetanei che non portano il piercing.
Analizzando le risposte date ad un questionario da oltre 4.300 adolescenti,
gli autori dello studio riferiscono una frequenza del piercing (in sedi
diverse dal padiglione auricolare) del 4% in generale (7,1% nelle ragazze e
1,5% nei ragazzi). Sembra non ci siano differenze per quanto riguarda
l'etnia, la zona di residenza e i fattori familiari.
Vi è invece una associazione forte tra il piercing e i comportamenti o le
abitudini ritenute a rischio. Per esempio i rapporti sessuali precoci sono
più frequenti tra gli adolescenti col piercing rispetto ai controlli (due su
tre contro uno su tre circa), il fumo (sei su dieci contro tre su dieci),
l'uso di marijuana, l'abbandono della famiglia, le assenze ingiustificate da
scuola, le idee suicidiarie (26% vs 13%) e i tentativi di suicidio.


Fonte: TA Roberts et al. Body piercing and high-risk behaviour in
adolescents. Journal of Adolescent Health 2004 34: 224-229.


Commento
Sembra che il piercing negli adolescenti sia un marker di
comportamenti rischiosi e può essere un utile indizio nelle mani del medico
per indagare con maggior scrupolo determinati comportamenti come il fumo,
l'uso di droghe, i
rapporti sessuali non protetti o le idee suicidiarie. Si sa come gli
adolescenti siano pazienti da gestire con delicatezza e competenza, che
stanno attraversando una fase cruciale dello sviluppo, sempre pronti a
chiudersi a riccio se interrogati su particolari come questi.
Lo studio è quindi interessante tuttavia rimane da determinare se questi
dati
siano validi
anche per la realtà italiana.