L’ oltraggio ad un pubblico ufficiale
Data: Argomento: Normative di interesse sanitario
Il medico che opera nel SSN riveste, come e’ noto, la qualifica di Pubblico Ufficiale. Sono quindi punibili in base al Codice Penale coloro che si esprimano in termini ingiuriosi. Tale tutela, pacifica per tante categorie, viene pero’ spesso disattesa allorche’ riguardi dei sanitari.
Una recente sentenza della Cassazione . (Sentenza 15367/2014) riferita ad altra categoria, lo ribadisce e fa il punto della situazione, ma nella esperienza dei medici spesso non e’ cosi’ Daniele Zamperini
I fatti: Nel corso di un collquio genitori-insegnanti e’ successo che una madre, nel difendere le ragioni di un figlio un po’ “discolo” si sia espressa in termini offensivi verso l’ insegnante. Questa, risentitasi, aveva sporto querela per ingiurie a P.U. La Cassazione, diversamente dai giudici di merito, ha dato ragione all’ insegnante In primo luogo la Cassazione ha confermato che l’ insegnante e’ un Pubblico Ufficiale e che e’ tale, oltre che nelle ore di insegnamento, anche nel corso delle attivita’ collaterali quali i colloqui con i genitori. In tal modo il reato di ingiuria si e’ trasformato in quello piu’ grave di oltraggio a P.U.
Questo reato, gia’ abrogato nel 2005, era stato poi reinserito nel nostro ordinamento nel 2009, con caratteristiche un po’ diverse dal precedente.
Infatti attualmente cio’ che rileva e’ il fatto che il fatto sia commesso in luogo pubblico o aperto al pubblico, in presenza di piu’ persone.
Infatti, dice la Corte, non basta la "mera lesione in sè dell'onore e della reputazione del pubblico ufficiale", ma occorre "la conoscenza di tale violazione da parte di un contesto soggettivo allargato a più persone presenti al momento dell'azione, da compiersi in un ambito spaziale specificato come luogo pubblico o aperto al pubblico e in contestualità con il compimento dell'atto dell'ufficio ed a causa o nell'esercizio della funzione pubblica". Inoltre deve "avvenire in un momento nel quale il pubblico ufficiale compie un atto d'ufficio ed a causa o nell'esercizio delle sue funzioni". Siccome nel caso in oggetto le offese “furono pronunciate nei locali scolastici in modo tale da essere percepite da più persone", la donna e’ stata condannata.
Commento personale: parliamo dei medici.
Da quanto venuto a conoscenza del sottoscritto nel corso della sua attivita’ professionale o sindacale, sembra che le Autorita’, sempre pronte a contestare al medico P.U. eventuali violazioni, siano piuttosto indulgenti, invece, verso i comportamenti aggressivi o offensivi di parte degli utenti. I medici, sembrerebbe, non meritano la medesima protezione la protezione che dovrebbe essere connessa al ruolo di P.U., come prestata ad altre categorie.
Mi sono stati riferiti comportamenti insultanti avvenuti anche in presenza della forza pubblica che, pero’, si e’ ben guardata da un attivo intervento.
La cronaca riporta anche numerosi casi di medici (soprattutto dottoresse, soprattutto in servizio notturno) aggredite o insultate pesantemente senza adeguati interventi nei confronti dell’ utente. Forse sara’ necessario, in occasine di un caso simile, un intervento “forte” che faccia scalpore e sottolinei finalmente che i medici Pubblici Ufficiali devono godere anche della protezione connessa al ruolo, e non solo agli obblighi.
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