Un medico radiologo non ha refertato un tumore polmonare che, rimasto misconosciuto, ha poi portato alla morte del paziente. La ASL risarciva i familiari in transazione, ma la Corte dei Conti richiede al medico il recupero della cifra.
Daniele Zamperini
Un medico radiologo ospedaliero non aveva refertato un tumore al polmone nonostante (come hanno accertato diverse perizie) fosse ben visibile nella radiografia avendo un diametro di oltre tre centimetri. Solo parecchio tempo dopo, iniziati i disturbi dovuti al tumore, questo veniva diagnosticato da altri sanitari. Dato lo stato di avanzamento della malattia, il paziente decedeva successivamente.
La ASL competente ha risarcito i familiari con la somma di 250.000 Euro.
La Corte dei Conti, trattandosi di un errore gravemente colposo, ha iniziato un procedimento di rivalsa nei confronti del medico, chiedendo il risarcimento del danno erariale.
Commento personale:
Non e’ stata ancora emessa la sentenza definitiva ma la vicenda permette di sottolineare alcuni aspetti importanti:
La maggior parte dei medici dipendenti da ASL o da Enti Ospedalieri non dispone di una polizza assicurativa personale, che e’ vista per lo piu’ come inutile spesa. Essi confidano soprattutto, infatti, nella copertura da parte dell’ Ente di cui sono dipendenti.
Tale copertura pero’ non prevede, nella maggioranza dei casi, il dolo o la colpa grave, per cui il danno puo’ essere risarcito dall’ Ente ma con possibilita’ di rivalsa sul sanitario.
Siamo tutti al corrente delle convulsioni legislative di questo periodo, per cui e’ stato prima proclamato l’ obbligo assicurativo per tutti i medici, poi se ne ventila l’ abolizione. In questo clima di incertezza, indipendentemente dagli esiti finali, il consiglio e’ quello di stipulare, in ogni caso, una polizza assicurativa personale che copra gli eventuali vuoti lasciati dagli Enti.
E’ una spesa in parte detraibile, ma in ogni caso (parere personale, naturalmente) la tranquillita’ non ha prezzo.
Daniele Zamperini