Introduciamo un nuovo settore, quello degli scritti "NON PROFESSIONALI".
Riteniamo che il medico, toltosi il camice, diventi una persona come le altre, con i propri interessi, i propri sentimenti, i propri pensieri. E non sempre tutto cio' si riferisce alla professione, anzi...
Intendiamo dare spazio, in questo settore, a coloro che (medici ma anche non medici) ritengano di avere qualcosa di personale da esprimere, anche se non attinente alla professione.
Per rompere il ghiaccio pubblichiamo (con ortografia un po' rivista per renderlo piu' intelligibile) un sonetto "medico" di Giuseppe Gioacchino Belli. E speriamo che gli amici ospedalieri non se la prendano... :-)
L’ Ammalaticcio (“Lo sai c’ a lo spedale ce se more???)
“Come va Sor Loreto?” “Sempre male:
pòi buttamme per terra con un deto”. (dito ndr)
“Ma, in sostanza, c’ avete?” “Eh, lo speziale
dice ch’ e’ un male che se chiama abbèto” (diabete ndr.)
“Ve dà fastidio de salì le scale?”
“Antro si me lo dà, ce vò l’ aceto”.
“Ebbe’, affare de nerbi, sor Loreto,
tutt’ effetto der tempo. E a lo spedale
ce sete stato?” “ A mmè? Dimme cojone!
Nun zai c’a lo spedale ce se more?”
“Avete mille e poi mille raggione,
Lassate fa, lassate fa ar Signore;
e vederete a la bbona staggione
si tornate a sta ssù mejo d’ un fiore”
G.G. Belli 13/1/1837