Antidepressivi e microsanguinamenti cerebrali
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Argomento: Medicina Clinica



 Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina possono aumentare il rischio di eventi avversi emorragici. In un precedente studio trasversale, non si è osservata associazione tra uso di antidepressivi e presenza di sanguinamenti cerebrali subclinici. Un recente studio suggerisce maggiore cautela


In questo studio, gli autori hanno indagato longitudinalmente, se l’uso di antidepressivi fosse associato ad un rischio aumentato di nuovi micro sanguinamenti cerebrali subclinici.
In totale, 2559 partecipanti, di età ≥45 anni (età media 58.7 years), di cui il 54.8% rappresentato da donne, della popolazione del Rotterdam Study, tutti senza micro sanguinamenti al basale, sono stati sottoposti alla risonanza magnetica al basale e dopo terapia con antidepressivi tra il 2005 e il 2013 (intervallo medio 3.9 anni, DS 0,5) per determinare l’incidenza di micro sanguinamenti. L’uso di antidepressivi (si versus no) è stato valutato tra il basale e il follow-up. Nelle analisi aggiuntive, gli antidepressivi sono stati classificati come a bassa, media o alta affinità per i trasportatori della serotonina, e alternativamente come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o inibitori non selettivi della ricaptazione della serotonina. Sono stati utilizzati modelli di regressione logistica multivariata per valutare l’associazione tra uso di antidepressivi e incidenza di micro sanguinamenti.

Risultati:

L’uso di antidepressivi era associato ad una più alta incidenza di micro sanguinamenti cerebrali (odds ratio, 2.22; 95% intervallo di confidenza, 1.31–3.76) rispetto al non uso. Quando si è andati a stratificare l’analisi per l’affinità per i trasportatori della serotonina, l’uso di antidepressivi a intermedia affinità era associato ad un aumentato rischio di sviluppare micro sanguinamenti (odds ratio, 3.07; 95% intervallo di confidenza, 1.53–6.17). Infine, l’uso sia di inibitori selettivi sia di non selettivi della ricaptazione della serotonina era associato ad aumentata incidenza di micro sanguinamenti.

Gli autori concludono che l’uso di antidepressivi è associato ad aumentato rischio di sviluppare micro sanguinamenti. Questi risultati confermano i risultati di precedenti studi clinici, riguardanti l’aumentato rischio di sanguinamenti cerebrali e non nei consumatori di antidepressivi.

L’aumentato rischio di micro sanguinamenti con gli SSRI sembra essere legato ad un meccanismo simile a quello dei farmaci antipiastrinici, in quanto gli SSRI bloccano la ricaptazione della serotonina da parte delle piastrine e riducono la concentrazione serotoninica delle piastrine, il che può arrecare danno della aggregazione e prolungamento del tempo di sanguinamento. Tuttavia, il risultato che il rischio di micro sanguinamenti è simile con gli SSRI e con i non SSRI suggerisce che l’affinità per i trasportatori della serotonina potrebbe non giocare un ruolo, per cui dovrebbe esistere un altro meccanismo non ancora identificato per spiegarne l’effetto. Gli autori aggiungono che un’importante considerazione è la possibilità di una “causalità inversa”, per la quale i micro sanguinamenti stessi portano all’uso di antidepressivi, essendo stato ipotizzato che i micro sanguinamenti possano contribuire alla progressione della depressione.

Fonte:

Antidepressant Use Is Associated With an Increased Risk of Developing Microbleeds
Akoudad S. e coll. Stroke 2016; 47:251-4


Commento di Patrizia Iaccarino:

I risultati di questo nuovo studio, suggeriscono al medico pratico sempre maggiore cautela nel trattamento della depressione in pazienti che possono essere già a rischio di micro sanguinamenti, quali, ad es., gli anziani fragili.

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