Uno studio randomizzato conferma che nella maggior parte dei pazienti con diabete tipo 2 non insulino-trattato il monitoraggio giornaliero della glicemia non comporta vantaggi.
Spesso i pazienti affetti da diabete tipo 2 non insulinodipendente (NID) controllano giornalmente e anche più volte al giorno il valore della glicemia.
Questa pratica, in realtà, cozza con quanto raccomandato dalle linee guida perchè i benefici non sono chiari [1].
Uno studio conferma la validità di questo approccio [2] e sottolinea che il monitoraggio routinario della glicemia nei pazienti con diabete tipo 2 NID non porta a vantaggi clinicamente rilevanti.
Nello studio sono stati arruolati 450 pazienti affetti da diabete tipo 2 NID con valori di emoglobina glicata compresi tra 6,5% e 9,5%. hanno completato lo studio 418 soggetti.
I partecipanti sono stati assegnati, in modo random, a nessun monitoraggio della glicemia, a monitoraggio standard una volta al giorno oppure a monitoraggio una volta al giorno associato a messaggi che avevano lo scopo di aumentare la motivazione e l'educazione del paziente a comprendere i risultati dell'automonitoraggio stesso.
Gli endpoint primari, valutati ad un anno, erano il miglioramento dell'emoglobina glicata e la qualità di vita. Entrambi gli endpoint non differivavano tra i due gruppi.
Che dire?
Lo studio suggerisce chiaramente che l'automonitoraggio giornaliero della glicemia nei pazienti con diabete tipo 2 stabile non insulinotrattato non comporta vantaggi chiari e quindi non dovrebbe essere consigliato, almeno di routine.
Già in pillole precedenti [3] concludevamo che nel diabetico tipo 2 ben compensato e che non necessita di terapia insulinica nella maggior parte di casi può essere sufficiente un controllo glicemico ogni 3 mesi e ogni 4-6 mesi della emoglobina glicata.
Cosa diversa è per il diabetico in trattamento insulinico perchè in questo caso l'automonitoraggio permette le variazioni giornaliere delle dosi che si possono rendere necessarie. L'automonitoraggio può essere consigliabile anche nel paziente in trattamento con farmaci orali se vi è il rischio di gravi episodi ipoglicemici, nelle fasi iniziali in cui viene instaurata una terapia con farmaci orali che è necessario titolare oppure nei casi di diabete con valori instabili della glicemia.
Renato Rossi
Bibliografia
1. Society of General Internal Medicine
http://www.choosingwisely.org/societies/society-of-general-internal-medicine/.
Visitato in data 12 giugno 2017.
2. Young LA et al. for the Monitor Trial Group. Glucose Self-monitoring in Non–Insulin-Treated Patients With Type 2 Diabetes in Primary Care Settings. A Randomized Trial
JAMA Intern Med. Pubblicato online il 10 giugno 2017.
3. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=5459