Acidi grassi omega 3 ed eventi cardiovascolari
Data:
Argomento: Medicina Clinica




 Una revisione Cochrane ha fatto il punto sugli effetti cardiovascolari degli acidi grassi omega.


 Diversi studi hanno evidenziato i benefici cardiovascolari degli acidi grassi omega 3. 
Per questo motivo le linee guida consigliano di aumentare il consumo di cibi che contengono queste sostanze e, in alcuni casi, di ricorrere alla supplementazione farmacologica.
Gli acidi grassi omega 3 sono contenuti nell'olio di pesce (omega 3 a lunga catena detti LCn3 come per esempio l'acido eicosapentenoico o EPA e il docosaexanoico o DHA) e in alcuni vegetali (acido alfalinoleico o ALA).
Tuttavia recenti trials non hanno confermato questi risultati. 

Partendo da queste considerazioni è stata quindi effettuata una revisione sistematica della letteratura [1].
Sono stati selezionati 79 RCT per un totale di poco più di 112.000 pazienti arruolati. Nella maggior parte degli studi veniva paragonata la supplementazione farmacologica con acidi omega 3 al placebo.

Secondo la revisione gli acidi omega 3 a lunga catena hanno mostrato di avere un effetto nullo o di modesta entità su endpoints hard come la mortalità totale e cardiovascolare, la mortalità coronarica, gli eventi cardiovascolari, le aritmie e l'ictus. Vi può essere una riduzione degli eventi coronarici tuttavia questo dato non è stato confermato da una analisi di sensibilità. 

Per quanto riguarda l'ALA si è evidenziato che è improbabile un effetto su mortalità totale, mortalità cardiovascolare ed eventi coronarici. L'ALA può ridurre gli eventi cardiovascolari, la mortalità coronarica e le aritmie mentre sull'ictus l'effetto è stato giudicato non chiaro. 

Gli autori considerano questa la revisione più estesa che abbia finora esaminato gli effetti cardiovascolari degli acidi grassi omega 3 e suggeriscono che i benefici evidenziati dagli acidi omega 3 a lunga catena nei primi studi sono dovuti al fatto che questi trial avevano un rischio di bias.

Ricordiamo che i prodotti a base di omega 3 sono indicati, secondo quanto previsto in scheda tecnica, per il trattamento dell'ipertrigliceridemia e per la prevenzione secondaria nel paziente con pregresso infarto miocardico.


Renato Rossi


Bibliografia

1. Abdelhamid As et al. Omega-3 fatty acids for the primary and secondary prevention of cardiovascular disease. Cochrane Syst Rev. Pubblicata il 18 luglio 2018.







Questo Articolo proviene da Scienza e Professione - (Daniele Zamperini Medico)
http://www.scienzaeprofessione.it

L'URL per questa storia è:
http://www.scienzaeprofessione.it/modules.php?name=News&file=article&sid=1774