Lancet e New England Journal of Medicine hanno ritirato due studi recentemente pubblicati.
Lancet e New England Journal of Medicine hanno ritirato due studi recentemente pubblicati.
La rivista inglese The Lancet ha ritirato [1] uno studio osservazionale recentemente pubblicato che suggeriva una associazione tra uso di idrossiclorochina nella COVID-19 e aumento della mortalità [2].
Il ritiro segue una lettera inviata alla rivista [3] firmata da oltre 200 fra scenziati e medici in cui si avanzavano dubbi sulla affidabilità dei risultati dello studio.
Tre degli autori dello studio, in seguito a questa lettera, avevano in programma di condurre una rivalutazione indipendente dei dati dello studio ma hanno comunicato alla rivista che non è stato possibile.
La Società che ha fornito i dati per lo studio ha risposto con uno "statement" pubblicato online che il loro database consiste in una aggregazione di dati provenienti da 1200 istituzioni sparse in 46 paesi e che i problemi di privacy sono tenuti in seria considerazione: gli accordi con tali istituzioni ne impediscono la condivisione con terze parti [4].
Watson et al. hanno inviato una lettera anche al New England Journal of Medicine in data 2 giugno 2020 [5] in merito ad uno studio che esplorava la relazione tra COVID-19 e uso di farmaci antipertensivi basato sul database della stessa Società.
In data 4 giugno 2020 anche la rivista americana ha ritirato lo studio [6].
Commento di Renato Rossi
Per parafrasare (semplificando) Karl Popper: ogni dato valido oggi può essere confutato domani.
Se una lezione si può trarre da questa vicenda è che è sempre opportuno considerare con prudenza i risultati degli studi e attendere, prima di trarre delle conclusioni, che quanto evidenziato da uno o da pochi studi sia validato e confermato da studi successivi sottoposti al vaglio della comunità scientifica. Sempre avendo in mente che anche il dato che più sembra robusto potrebbe domani venir confutato.
[Nota della Redazione:
Le cose potrebbero non essere cosi’ semplici, e gli interessi del paziente, che per il medico dovrebbero essere prioritari, possono essere palesemente trascurati in nome di un formalismo burocratico talora forse secondario ad interessi di prestigio personale o addirittura di altro genere.
Va ricordato che la pubblicazione dello studio di Lancet ha comportato l’ interruzione di quasi tutte le altre ricerche sugli stessi farmaci, riprese solo dopo il tardivo pentimento degli editori.
In Italia, e probabilmente in altri Paesi, ha comportato anche l’ interruzione dell’ uso clinico di questi farmaci.
Modificare i protocolli mondiali a seguito della pubblicazione di un lavoro non adeguatamente verificato e’ pazzesco, e se il lavoro risultasse “farlocco” sarebbe addirittura criminale.
Chi vivra’ vedra’, ma certo il credito finora riconosciuto a scienza e scienziati ne e’ duramente sminuito. DZ].
Bibliografia
1. https://www.thelancet.com/lancet/article/s0140673620113246
2. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=7400
3. he Lancet. Pubblicata online il 28 maggio 2020.
4.https://surgisphere.com/2020/05/29/response-to-widespread-reaction-to-recent-lancet- article-on-hydroxychloroquine/
5. An open letter to Mehra et al. and The New Englan Journal of Medicine. Pubblicata il 2 giugno 2020.
6. https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2007621