La risposta immunitaria cellulare al SARS-CoV-2
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Argomento: Medicina Clinica




 Una speranza per il vaccino: la risposta delle cellule T al SARS-CoV-2 persiste per almeno sei mesi.


E’ noto che la risposta immunitaria si articola secondo due vie: quella umorale e quella cellulare (cellule T).

Vari studi hanno dimostrato che gli anticorpi che si formano in seguito alla infezione da SARS-CoV-2 hanno una durata variabile. Per il vero gli studi hanno fornito risultati in parte contrastanti: secondo alcuni il declino degli anticorpi comincia precocemente, secondo altri anticorpi neutralizzanti persistono anche oltre il quarto mese dal contagio.

Poco si sa, invece, circa la risposta cellulare.
Uno studio, non ancora peer-review, effettuato su 100 soggetti ad opera dell’UK Coronavirus Immunology Consortium and Public Health England suggerisce che questa risposta è sostenuta e dura almeno per sei mesi.

Si tratta di 100 pazienti con confermata COVID-19 asintomatici oppure con sintomi lievi/moderati, nessuno dei quali ha avuto bisogno di ricovero.
Si è visto che il livello anticorpale diminuiva della metà nei primi due mesi dopo l’infezione, per poi stabilizzarsi.
Al contrario la risposta immunitaria cellulare a sei mesi risultava ancora forte ed era tanto più robusta quanto maggiore era stata la risposta umorale. Inoltre questa risposta era maggiore nei soggetti con sintomi rispetto a quelli asintomatici.

Insomma, si tratta di una buona notizia che può far sperare sulla efficacia di un futuro vaccino.
Finora, infatti, l’attenzione si è concentrata soprattutto sulla risposta anticorpale, dimenticando forse che le vie con cui il sistema immunitario risponde alle aggressioni esterne sono molte e complesse.
Il fatto che la risposta cellulare sembri minore nel soggetti asintomatici può significare semplicemente che queste persone non necessitano di una risposta forte, per ragioni per il momento ancora da studiare.


Renato Rossi

Bibliografia

1. Zuo J et al. Robust SARS-CoV-2-specific T-cell immunity is maintaed at 6 months following primary infection. BioRxiv. Doi: https://doi.org/10.1101/2020.11.01.362319







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