Una sintesi della terapia ipoglicemizzante nel diabete tipo2 secondo le ultime linee guida dell’American Diabetes Association.
La terapia ipoglicemizzante del diabete tipo 2 è diventata più complessa e personalizzata grazie all’entrata in commercio di vari farmaci. È quindi utile un breve ripasso per il quale ci siano appoggiati alle nuove linee guida 2022 dell’American Diabetes Association.
In questa prima pillola tratteremo il target di emoglobina glicata consigliato e le caratteristiche principali dei farmaci ipoglicemizzanti che è necessario conoscere per poter scegliere il trattamento più adeguato al nostro paziente.
Target del trattamento ipoglicemizzante nel diabete tipo 2
In molti pazienti si consiglia un target di emoglobina glicata inferiore al 7% (< 53 mmol/mol) purché non vi sia un rischio di ipoglicemia e la terapia sia tollerata. In pazienti giovani e con diabete di recente insorgenza può essere ragionevole un target più ambizioso, attorno a 6,5%.
Nei pazienti con ridotta aspettativa di vita, con importanti comorbilità e/o a rischio di gravi crisi ipoglicemiche il target dovrebbe essere < 8% (64 mmol/mol).
Metformina
Meccanismo d’azione principale: migliora la sensibilità dei tessuti all’insulina
Rischio di ipoglicemia: no
Possibile modesta perdita di peso
Potenziali benefici sugli eventi cardiovascolari
Effetto neutro sullo scompenso cardiaco
Effetto neutro sulla progressione della nefropatia
Controindicata se VFG < 30 ml/min/1,73 m2
Via di somministrazione: orale
Sulfoniluree di seconda generazione
Meccanismo d’azione: stimolano il pancreas a produrre insulina
Rischio di ipoglicemia: si
Aumento del peso corporeo
Effetto neutro su eventi cardiovascolari
Effetto neutro sullo scompenso cardiaco
Effetto neutro sulla progressione della nefropatia
Gliburide non raccomandata in caso di nefropatia cronica
Iniziare con cautela per evitare ipoglicemia (glipizide e glimepiride)
Via di somministrazione: orale
Glitazoni
Meccanismo d’azione principale: migliorano la sensibilità dei tessuti all’insulina
Ipoglicemia: no
Aumento di peso: si
Eventi cardiovascolari: potenziale riduzione per pioglitazone
Scompenso cardiaco: possibile aumento del rischio
Effetto sulla nefropatia: neutro
Generalmente non consigliati in caso di insufficienza renale per potenziale ritenzione di fluidi
Possibili benefici nell’epatopatia non alcolica
Via di somministrazione: orale
Inibitori SGLT 2 (gliflozine)
Meccanismo d’azione principale: riducono riassorbimento di glucosio a livello renale
Rischio di ipoglicemia: no
Perdita di peso: si
Eventi cardiovascolari: dimostrati benefici per empagliflozin e canagliflozin
Scompenso cardiaco: dimostrati benefici per empagliflozin, canagliflozin, dapagliflozin ed ertugliflozin
Progressione della nefropatia: benefici per empagliflozin, canagliflozin, dapagliflozin
Effetto ipoglicemizzante minore se VFG ridotta
Sospendere prima di un intervento chirurgico per evitare rischio di chetoacidosi diabetica
Controllare la scheda del singolo farmaco per eventuale aggiustamento della dose in caso di riduzione della funzione renale
Somministrazione per via orale
Agonisti recettore GLP1 (incretine)
Meccanismo d’azione principale: riducono il glucagone
Rischio di ipoglicemia: no
Perdita di peso: si
Eventi cardiovascolari: benefici per liraglutide, dulaglutide e semaglutide s.c.; neutri per exenatide 1/settimana e lixisenatide
Scompenso cardiaco: effetto neutro
Progressione della nefropatia: benefici nel ridurre albuminuria per liraglutide e semaglutide s.c.
Monitorare la funzione renale nei soggetti con effetti gastrointestinali severi
Controllare la scheda del singolo farmaco per eventuale aggiustamento della dose in caso di riduzione della funzionalità renale
Via di somministrazione: sottocutanea, semaglutide anche per os
Inibitori DDP 4 (gliptine)
Meccanismo d’azione: aumentano livelli di GLP 1
Rischio di ipoglicemia: no
Effetto sul peso: neutro
Eventi cardiovascolari: effetto neutro
Scompenso cardiaco: rischio potenziale per saxagliptin
Progressione nefropatia: effetto neutro
Aggiustare la dose in base alla funzione renale (non per linagliptin)
Via di somministrazione: orale
Insuline
Analoghi ad azione rapidissima (lispro, aspart, glulisina)
Insuline umane ad azione rapida
Insuline ad azione intermedia
Analoghi ad azione lenta (glargina, detemir)
Analoghi ad azione ultralenta (degludec)
Schema basale: 1 iniezione, di solito alla sera, di insulina lenta o ultralenta
Schema basale-bolus: 1 iniezione di insulina lenta o ultralenta + 1-2-3 iniezioni di insulina rapida o rapidissima prima dei pasti.
Rischio di ipoglicemia: si
Aumento del peso
Eventi cardiovascolari, scompenso cardiaco e progressione della nefropatia: effetto neutro
Aggiustare le dosi in caso di riduzione della VFG
Rischio di ipoglicemia maggiore con insuline umane rispetto agli analoghi
Renato Rossi
Bibliografia
Standard of Medical care in Diabetes – 2022. Diabetes Care. Volume 45, Issue. Supplement_1. January 2022.