Non è infrequente il caso del soggetto in possesso di patente che divenga, per motivi sanitari, inabile (o pericoloso). Sarebbe necessario provvedere ad un controllo di revisione, ma quali sono le procedure attualmente in vigore?
Un comunicato stampa del 20/6/07 ha destato il solito clamore e la solita polemica nell’ ambito della cateoria medica:
Due parlamentari hanno presentato alla Camera un emendamento che prevede la punibilità del medico che non segnala alla motorizzazione il paziente che presenti “una patologia del suo assistito
che determina una diminuzione o un pregiudizio della sua idoneità alla guida”.
La segnalazione andrebbe fatta agli uffici provinciali del Dipartimento dei trasporti terrestri, al fine di aggiornare il certificato medico anamnestico che aveva permesso il rilascio della patente di guida.
Il medico che non ottempera a tale disposizione è soggetto (in base all’ emendamento proposto) alla pena prevista dagli articoli 480 e 481 del codice penale in materia di falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, salvo che il fatto non costituisca reato più grave.
Preferiamo sorvolare sull’ assurdita’ dell’ ultima disposizione, che ci sembra francamente incongruente, esagerata e vessatoria, oltre che inesatta (si potrebbe parlare di “omissione” piuttosto che di “falsita’”), ma ci sembra piu’ importante soffermarci sul problema di fondo che viene ad essere messo in luce: allorche’ un paziente divenga potenzialmente inidoneo alla guida, il ritiro o la revisione della patente sono a carico delle Commissioni a cio’ addette, ma chi deve segnalare ad esse la nuova condizione?
Primo punto: l’ emendamento affida questa incombenza al “medico”, senza alcuna ulteriore specificazione. Vengono coinvolte, quindi, tutte le categorie, dipendenti, convenzionati, liberi professionisti.
Questi sanitari, data la diversa collocazione giuridica, presenteranno quindi diversi gradi di obbligatorieta’, assoluta per coloro che svolgano funzioni di Pubblico Ufficiale.
Ma sono soprattutto alcune categorie ad esserne soprattutto interessate, in quanto titolari di specializzazine direttamente coinvolte nei requisiti richiesti per la patente di guida: oculisti, ortopedici, neurologi, psichiatri. Dietro di essi, come un soldato di seconda linea, sta il medico di famiglia il quale verrebbe ad essere il collettore di tutti i referti di tali specialisti.
Si vengono a creare non pochi e non facili problemi:
- In molte circostanze il medico non sa e non e’ tenuto a sapere quali dei suoi pazienti siano titolari di patente di guida.
- La dizione proposta e’ cosi’ generica da non consentirne la pratica attuazione, in quanto sarebbero milioni le segnalazioni presentate, magari a scopo cautelativo, dai sanitari, e magari riguardanti in piu’ casi la stessa persona.
- La procedura puo’ essere automatica e indifferente per il sanitario che operi in rapporto dipendente presso una struttura pubblica, puo’ essere altamente conflittuale per i medici a rapporto convenzionale, in quanto va a vulnerare il rapporto di fiducia, e provocherebbe il ricorso a meccanismi ricattatori (quali la revoca dal vecchio medico e l’ iscrizione con un sanitario “nuovo” e all’ oscuro della patologia).
Immaginiamo ad esempio il caso di un soggetto che abbia subito un trauma cranico da cui sia derivata una diplopia o altro disturbo visivo. Tale patologia puo’ essere solo temporanea, magari di pochi giorni: a che punto il medico dovra’ effettuare la segnalazione?
Ma immaginiamo un percorso “rigoroso”: il Pronto Soccorso invia la segnalazione, poi il paziente va inviato al neurologo, che effettuera’ la segnalazione, poi l’ oculista verifichera’ la diplopia, ed inviera’ a sua volta la segnalazione che, dulcis in fundo, verra’ spedita anche dal Medico di Famiglia allorche’ venga al corrente della cosa. Il paziente a questo punto verra’ chiamato dalla commissione di verifica e sottoposto a controllo che non evidenziera’ ... nulla, perche’ il disturbo sara’ stato riassorbito dopo pochi giorni.
Non vogliamo sottovalutare il problema: e’ assolutamente legittimo stabilire dei meccanismi di controllo, perche’ non vediamo ragione per consentire a persone non piu’ idonee a condurre una vettura che diviene un’ arma potenzialmente letale.
Chi perde l’ idoneita’ alla guida deve essere assolutamente fermato!
C’e’ pero’ modo e modo: le leggi devono essere chiare, i criteri precisi, le sanzioni per gli inottemperanti devono essere proporzionate al fatto, e devono coinvolgere in primo luogo il cittadino, ponendo anche a suo carico l’ obbligo di segnalare le patologie che siano intervenute e che influiscano sulla sua capacita’ di guidare.
Daniele Zamperini
[Mentre scriviamo apprendiamo che la proposta e' stata modificata in un senso che sembra collimare con le nostre indicazioni. Occorrera' attendere il testo definitivo per una valutazione ponderata].