Abbiamo piu’ volte scritto sull’ argomento, su questa e su altre testate, ma la continua fluida evoluzione delle normative ci obbliga a fare periodicamente il punto della situazione.
Riportiamo istruzioni e spiegazioni per i non esperti di informatica, e vogliamo sottolineare alcuni aspetti finora sfuggiti ai piu', che invece richiedono immediate e importanti modifiche applicative.
E’ ancora obbligatoria la casella di Posta Elettonica Certificata (PEC)?
Si’ al momento attuale ne e’ stata confermata l’ obbligatorieta’, anche se i tempi sono stati prolungati. La scadenza iniziale del 1/1/2010 e’ stata chiarita essere indicativa, e non imperativa. L’ amministrazione statale tuttavia progetta (tassativamente o ancora elasticamente? Non si sa) di dotare di PEC tutti i destinatari della norma entro il 2010.
Chi ne deve essere fornito?
La norma dice che tutti gli Enti, Societa’ e professionisti iscritti ad albi o ad associazioni ne debbano essere forniti, Fanno eccezione coloro che ( in base alle modifiche portate in sede di conversione all'articolo 16 del Decreto Legge 185/2008) cittadini, liberi professionisti e aziende, abbiano a disposizione un analogo indirizzo di posta elettronica basato su tecnologie che certifichino data e ora dell'invio e della ricezione delle comunicazioni e l'integrità del contenuto delle stesse, garantendo l'interoperabilità con analoghi sistemi internazionali.
E’ evidente che i maggiori interessati siano coloro che prestino attivita’ presso grandi societa’ o Enti che si siano dotati di tali mezzi di comunicazione.
E’ gratuita o a pagamento?
Dipende...
Il Ministero ha formato una lista di Enti autorizzati a fornire indirizzi PEC. Gli enti privati forniscono tali caselle a pagamento; Ordini professionali e/o Societa’ possono stipulare convenzioni con tali fornitori per caselle a prezzo scontato.
Il ministero ha poi stipulato una particolare convenzione con Enti quali INPS, ACI ecc. perche’ forniscano una casella gratuita ai cittadini che ne facciano domanda. Tale casella e’ nota piu’ precisamente con la sigla CEC-PAC.
Che differenza c’e’ tra PEC e CEC-PAC?
La PEC acquistata dal cittadino presso i provider autorizzati consente di dialogare (mantenendo le prerogative della PEC, cioe’ la certezza di ricevimento) con tutti gli utenti forniti di analoga casella; le caselle CEC-PAC consentono invece (allo stato attuale) di comunicare esclusivamente con le Pubbliche Amministrazioni.
Come funzionano?
L’ utente deve acquisire un indirizzo di posta elettronica PEC, che sara’ diverso dal suo abituale indirizzo di posta elettronica (PE). Dovra’ quindi configurare il programma di PE perche’ possa ricevere o spedire dall’ uno o dall’ altro indirizzo.
Dopodiche’ occorre tener presenti questi meccanismi:
- Quando si invia un messaggio attraverso l’ indirizzo PEC, il provider che gestisce la casella invia un messaggio di “avvenuta spedizione”, equivalente alla ricevuta di invio della raccomandata semplice.
- Se il messaggio PEC viene inviato ad una casella “normale” (non-PEC), il destinatario la riceve ma non invia “ricevuta di ritorno”. Quindi il messaggio PEC inviato ad una casella “normale” equivale all’ incirca ad una Raccomandata Semplice.
- Quando il messaggio viene inviato ad altra casella PEC, il gestore della casella di arrivo invia automaticamente un avviso di “ricevuta messaggio” che equivale alla “ricevuta di ritorno” delle raccomandate postali. Quindi un messaggio tra due caselle PEC equivale ad una raccomandata con ricevuta di ritorno.
- Una casella di posta “normale” non puo’ (al momento) inviare un messaggio ad una casella PEC.
Quali sono le utilita’ della PEC e della CEC-PAP?
Tenendo presente la differenza tra le due figure, come descritta sopra, l’ utilita’ fondamentale consiste nel poter inviare e ricevere comunicazioni “ufficiali” in tempo reale mediante posta elettronica dando loro valore legale di certezza, come avviene con le raccomandate con ricevuta di ritorno. Tutto cio’ si traduce in un risparmio notevole di tempo e di denaro, sia per i privati che per gli Enti.
Quali sono gli svantaggi?
Per gli Enti: si potrebbe creare, in futuro, il problema di sovrabbondanza di messaggi dai cittadini, con problemi di tempestiva presa in carico, di archiviazione, di gestione e smistamento all’ interno delle Amministrazioni.
Un problema generale (per tutti) e’ invece quello dell’ immediatezza del ricevimento.
Infatti, come spiegheremo dopo, l’ avviso di ricevimento viene inviato in tempo reale, cioe’ lo stesso giorno della spedizione, indipendentemente dalla data effettiva in cui il ricevente abbia aperto il messaggio.
Questo puo’ causare vari problemi:
1) non sara’ possibile respingere una comunicazione pervenuta con questo mezzo.
2) La PEC si trasforma in una sorta di “domicilio legale virtuale”, ove indirizzare comunicazioni ufficiali (multe, ingiunzioni ecc.) anche in assenza della presenza fisica effettiva del destinatario
3) Quindi risultera’ che un destinatario, magari assente per motivi di forza maggiore (ricoverato, incarcerato, in viaggio all’ estero, in vacanza) abbia ricevuto la comunicazione anche se non abbia potuto effettivamente visionarla.
4) Questo assume particolare gravita’ soprattutto nei casi di ingiunzioni (o simili) che abbiano termini brevi. Gli utenti saranno costretti a verificare quotidianamente la propria casella PEC per evitare il rischio che un atto imperativo abbia a scadere involontariamente.
Non e’ difficile immaginare come, nel paese di Azzeccagarbugli, ci sia chi deliberatamente invii missive “legali” a stretto ridosso di festivita’ o di periodi feriali, contando proprio sul ritardato ricevimento.
Il vecchio sistema cartaceo prevedeva che i termini di scadenza iniziassero dal momento di effettivo ricevimento (o ritiro all’ Ufficio Postale) della raccomandata; col nuovo sistema invece i termini decorrerebbero (salvo indispensabili modifiche normative) dal momento della spedizione.
E’ quindi indispensabile che il Ministero adegui le norme legislative sui termini di decorrenza ai nuovi tempi (rapidissimi, quasi frenetici) che si creerebbero con le PEC e con le CEC-PAP. Il permanere di questi broblemi potrebbe creare una sorta di atteggiamento difensivo e di rifiuto del nuovo meccanismo da parte di coloro che non ne siano strettamente obbligati creando quindi un doppio canale (informatico e cartaceo) con tutti i problemi di gestione che ne derivino e vanificando in buona parte le speranze di snellimento e di efficienza dei servizi e della comunicazioni.
18/2/2010 - Daniele Zamperini - Pina Onotri