Smaltimento degli stupefacenti “privati”
Data:
Argomento: Normative di interesse sanitario


Non nei cassonetti ma nei contenitori delle farmacie!
Il problema delle difficili norme sullo smaltimento degli stupefacenti fu denunciato da chi scrive gia' nel lontano passato ("Doctor", n. 8, maggio 2001 - “Pillole” http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=1359).  Ora c'e' una nuova nota ministeriale, la seconda sull' argomento


Era drammaticamente evidente gia’ da tempo che le regole vigenti (intervento del servizio farmaceutico della ASL, sequestro e sigillo conservativo, intervento di addetti al trasporto di rifiuti pericolosi, incenerimento alla presenza delle Autorita’ eccetera) mettessero in seria difficolta’ i detentori di piccole quantita’ di stupefacenti quali i medici, i veterinari e i privati cittadini che rimanessero in possesso di farmaci di questa categoria, attivi o scaduti che fossero.
Le successive norme, pur attentissime a regolamentare la prescrizione e la detenzione di tali prodotti, evitavano accuratamente di intervenire sul tema dello smaltimento.
Vi fu una prima richiesta di chiarimenti da parte dell’ Ordine dei Medici di Sassari, al quale rispose il Ministero della Salute con Nota del 21/2/2006.
Si confermava la complicata procedura prevista dal DPR 309/1990 ma si riconosceva che
“In mancanza di specifiche disposizioni a riguardo, i cittadini che si ritrovano ad essere occasionalmente detentori di farmaci prescritti ai singoli pazienti che hanno cessato la terapia, limitati quantitativi di farmaci parzialmente utilizzati, non possono essere assimilati ai soggetti di cui all’art. 23 del D.P.R. n. 309/1990….
A parere di questo Ufficio, tenuto conto che il sistema obbligatorio di raccolta dei farmaci scaduti confluisce in ogni caso ad impianti riconosciuti idonei allo smaltimento, i cittadini possono conferire i residui di farmaci stupefacenti a seguito di interruzione di terapia negli appositi contenitori presenti nelle farmacie senza obblighi di presa in carico e scarico da parte del farmacista. Eventualmente, potrebbe essere utile a prevenire abusi rendere tali farmaci inutilizzabili o almeno irriconoscibili rimuovendo etichettature e fogli illustrativi.”
 
Ma siccome gli Italiani hanno la testa dura (o forse la precedente nota non era stata sufficientemente recepita) il Ministero ha ritenuto di dover pubblicare una nuova nota del 30/10/2007 che ricalca quasi letteralmente la precedente ma che, stavolta, ha avuto una grossa risonanza, quasi fosse una originalissima novita’.

Nulla di nuovo, quindi: gli italiani possono continuare a smaltire i farmaci scaduti o residuati, compresi eventuali stupefacenti, nei contenitori delle farmacie, senza problemi e con l’ avallo di ben due note ministeriali.
Non e’ ben chiaro se un medico che sia in possesso di una o due fiale di morfina per uso ambulatoriale avanzate o scadute possa o no rientrare nella procedura semplificata concessa al privato cittadino; il buon senso direbbe di si’, ma non sempre in Italia il buon senso fa legge…
Daniele Zamperini (7/11/2007)





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