Vita da Medico: Anche lui deve tirare a campare
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Argomento: Rilassarsi fuori dalla professione


Lungi ormai dall' essere, come un tempo, personaggio privilegiato sia dal punto di vista sociale che economico, il medico oggi lavora, opera, ama (e in definitiva, vive) come tutti gli altri, combattendo giorno per giorno con i problemi di necessita' quotidiane, di imprevisti, spese e problemi che ne rendono difficoltosa la sopravvivenza. 
Non tutti se ne rendono conto, come medita malinconicamente Pina Onotri

Oggi in studio c’è ancora odore di vernice. Gli operai sono stati bravissimi a concludere tutto nel fine settimana, a montare i mobili nuovi nella mia stanza ed in quelle  del collega che lavora con me. Tende e quadri appesi,sedie e librerie nuove anche in sala d’aspetto. “Complimenti dottoressa,ogni tanto aria nuova fa bene” Mi dice Rosa, arzilla vecchietta di ottant’anni.
Certo è importante lavorare in un ambiente adeguato e decoroso;soprattutto ricevere i pazienti in maniera idonea. Sono anch’io contenta dei lavori fatti,anche se sono costati a me e al collega tre mesi di stipendio.”Queste tende nuove sono bellissime. Fa bene a spendere, con tutto quello che voi medici guadagnate”.
La solita solfa,nell’immaginario comune noi medici siamo ricchi ed è per questo che l’idraulico si sente autorizzato ad applicare la tariffa più alta,idem dicasi per l’imbianchino ed il falegname. Ormai non mi arrabbio neanche più.
”Signora Rosa quanto pensa che il Sistema Sanitario Nazionale mi paga per assisterla?””Ma non so….sette-ottocento euro all’anno?” La guardo sorniona : niente di più lontano dalla realtà.
”Vuole sul serio saper quanto guadagno per lei? Circa tre euro e cinquanta cent. lordi al mese.” ”Dottore’, lei ha sempre voglia di scherzare.”
Purtroppo non scherzo.E’ un dato di fatto l’impoverimento della categoria dei medici e dei medici di medicina generale in particolare. Delle spese strutturali da sostenere,conteggiate nel compenso lordo mensile,che aumentano in maniera esponenziale soprattutto in una grande città come Roma :l’affitto,il condominio, il gas ,la luce, il telefono, la donna delle pulizie, il sostituto (quando si è malati, o si va ad un corso di aggiornamento,o in ferie).
La segretaria e l’infermiera sono diventati un lusso che pochi possono permettersi, a meno di non condividerla con altri colleghi ed anche in questo caso diventa comunque difficile.
Pochi,nel Lazio, sono medici massimalisti,ovvero con il numero massimo di pazienti in carico consentiti,e cioè millecinquecento.In realtà vi è un medico di famiglia  ogni 900 pazienti,il rapporto più basso d’Italia:quindi significa che vi sono pochi medici a 1500 pazienti, una larga fascia tra i 700 ed i mille,moltissimi addirittura con meno di 300 pz. Ma come fa un medico di medicina generale, con quanto percepisce per 700 pazienti, a mandare avanti in modo adeguato il suo studio,con gli standard previsti, ed avere uno stile di vita dignitoso?
Qualche giorno fa mi è arrivata una mail di un collega che assiste circa 1000 pazienti e paga un affitto di studio di circa 1500 euro mensili (spese escluse), chiedendo se era possibile proporre delle agevolazioni fiscali ai proprietari di immobili che li affittano uso studio medico ad una cifra predeterminata,in maniera tale che se avesse usufruito di uno sconto avrebbe potuto permettersi la segretaria per velocizzare il lavoro;sarebbero stati contenti quelli del Codacons, che vogliono promuovere una class action per tutti quei pazienti che sostano più di un’ora nella sala d’aspetto del medico.
E che dire dei medici che per continuare a potersi permettere di fare il medico di famiglia e nel contempo sopravvivere devono svolgere anche  altri incarichi tipo la continuità assistenziale o le attività territoriali programmate,ma anche così….Ma si sa la medicina generale più che una missione è una passione.

Siamo i medici peggio pagati d’Europa.Il potere d’acquisto dei nostri stipendi si è ridotto,in misura ancora più incisiva rispetto a quella di altre categorie di lavoratori, ma non se ne parla. Ai tavoli istituzionali,c’è una sorta di pudore da parte dei sindacati di categoria ad affrontare l’argomento, soprattutto quando la parte pubblica esordisce invariabilmente dicendo:”Non ci sono soldi”.E noi non possiamo esimerci dal sentirci comunque tutori della salute del cittadino,anche in mancanza di risorse, e di volontà di riconoscerci le  adeguate spettanze economiche.
Perché vergognarsi di chiedere di essere adeguatamente retribuiti per il lavoro che si svolge?Perchè vergognarsi di dire che vent’anni di politiche sindacali sbagliate hanno creato grosse fasce di sottoccupazione e precariato medico?Questi sono i problemi da mettere sul tavolo e di cui discutere seriamente.Invece siamo qui a subire passivamente la cieca ed arbitraria autorità politica che tenta di trasformarci in piccoli burocrati informatici asserviti all'Inps. Ma un tempo non eravamo medici ?
Pina Onotri







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