Denunciare un medico senza motivo puo' costare molto caro...
Data:
Argomento: Normative di interesse sanitario


Condannato per lite temerararia un cittadino che aveva accusato ingiustamente un medico di aver formulato una diagnosi troppo grave e di aver provocato un trauma emotivo.

Il marito di una paziente che era stata ricoverata in ospedale ha citato in giudizio presso il Tribunale civile di Firenze una dottoressa dell'ospedale per chiederle il risarcimento dei danni patrimoniali, extrapatrimoniali e morali, compreso il danno biologico, per un ammontare di 365 milioni di lire perchè, quando sua moglia fu ricoverata, la dottoressa che la prese in cura formulò una prima diagnosi di "miocardiopatia dilatativa apparentemente primitiva" con poche speranze di guarigione, ma che poi, ad oltre un anno dal ricovero ed a seguito di ulteriori accertamenti, venne riformulata con una diagnosi di cardiopatia di tipo meno grave.
A detta del marito, la diagnosi infausta dichiarata dalla dottoressa all'atto del ricovero, gli aveva causato un forte trauma emotivo con danni alla sua integrità psicofisica, per il quale chiedeva, appunto, il risarcimento.
 
Il Tribunale di Firenze ha risolto la vertenza, respingendo il ricorso con la sentenza n. 2608 del 14/06/2007.
 
Il Tribunale ha accertato che l'operato della dottoressa era stato assolutamente corretto, perchè aveva disposto tutti gli accertamenti necessari e, siccome aveva il dovere di prospettare ai familiari la diagnosi riferibile in quel momento, ha puntualmente reso edotto l'interessato dello stato di salute della moglie sulla base dei dati in quel momento accertati, uilizzando un linguaggio adeguato e prudente, indicando chiaramente che si trattava di una diagnosi presunta.

Il ricorrente, quindi, non solo si è visto respingere la propria domanda di risarcimento, ma gli sono state addebitate le spese di giudizio, quelle del CTU e anche a rimborsare le spese del consulente della controparte.
Ma non basta.
Il Tribunale ha anche ritenuto che il marito della paziente abbia intentato la causa in modo "temerario", cioè senza la normale prudenza che, nel caso in questione, gli avrebbe dovuto consigliare di non intraprendere le vie legali, stante il fatto che l'accusa che muoveva alla dottoressa era palesemente infondata.

Per questo motivo, il Tribunale ha condannato il marito della paziente a pagare in favore della dottoressa la somma di 50mila euro a titolo di risarcimento per averla citata in giudizio senza nessun valido motivo.
Fonte: Ordine dei Medici di Firenze 





Questo Articolo proviene da Scienza e Professione - (Daniele Zamperini Medico)
http://www.scienzaeprofessione.it

L'URL per questa storia è:
http://www.scienzaeprofessione.it/modules.php?name=News&file=article&sid=86