Rischio di cadute non contrindica gli anticoagulanti
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Argomento: Medicina Clinica


Secondo uno studio osservazionale nei pazienti in terapia anticoagulante orale la presenza di un rischio di caduta elevato non risulta associata ad un aumentato rischio di emorragia grave.

In determinate situazioni clinche e’ necessario far riscorso alla terapia con anticoagulanti orali. Tuttavia non raramente si possono avere dubbi sulla opportunita’ di questa scelta qualora esistano condizioni che possono portare ad un aumentato rischio di sanguinamento. Per esempio negli anziani uno dei fattori che puo’ influire sulla scelta del medico e’ il rischio di cadute del paziente.
Molti ritengono che, soprattutto nel soggetto anziano, se si ritiene che il rischio di cadute sia elevato e’ preferibile non ricorrere alla terapia anticoagulante orale.
La valutazione del rischio di caduta richiede l'analisi di vari fattori, tra cui l'assunzione di farmaci, la presenza nell'ambiente domestico di barriere, tappeti, scale, etc. I due fattori che predicono maggiormente una futura caduta sono le alterazioni dell'andatura e un'anamnesi positiva per pregresse cadute.
 
Ma risponde al vero il timore che nei pazienti a rischio di caduta la terapia anticoagulanete orale possa essere pericolosa a tal punto da rendere sfavorevole il rapporto tra rischi e benefici?
 
Secondo uno studio tale timore sarebbe infondato [1].
Si tratta di uno studio prospettico in cui sono stati arruolati 515 pazienti dimessi dall'ospedale con una prescrizione di anticoagulante orale. I partecipanti sono stati seguiti per 12 mesi. Venivano ritenuti ad elevato rischio di caduta ben 308 dei partecipanti.
Durante il follow up si e’ verificata un'emorragia maggiore in 35 pazienti. Dopo correzione dei dati per vari fattori di confondimento (eta’, sesso, abuso di alcol, farmaci, pregresso ictus o TIA) si e’ visto che non vi era alcuna associazione tra emorragie gravi e rischio di caduta.
In particolare solo in 3 pazienti l'emorragia maggiore si verifico’ dopo una caduta.
Questi risultati portano gli autori a concludere che la presenza di un rischio di cadute non dovrebbe essere una controindicazione alla terapia anticoagulante orale.
 
Possiamo condividere le conclusioni dello studio? E' nostro parere che sia utile interpretare questi dati con cautela. Infatti il campione esaminato non era particolarmente numeroso e, soprattutto, il follow up e’ stato di appena un anno, mentre e’ noto che la terapia anticoagulante orale spesso viene prescritta, negli anziani, per indicazioni che ne prevedono una durata indefinita. Si puo’ ipotizzare che con una durata piu’ prolungata del follow up l'associazione tra rischio di cadute e sanguinamenti gravi sarebbe stata evidente? Ovviamente per rispondere sono necessari ulteriori studi.
 
Renato Rossi

Bibliografia
1. Donze’ J et al. Risk of Falls and Major Bleeds in Patients on Oral Anticoagulation Therapy
Am J Med 2012 Aug; 125:773-778





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