Dati ipotetici per veri in cartella clinica costituiscono falso
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Argomento: Normative di interesse sanitario


Un sanitario che aveva inserito in cartella clinica degli elementi non ancora verificati (anche se poi risultati veri) e’ stato condannato per falso dalla Cassazione (n 37314/2013) che annulla la sentenza di assoluzione die giudici di merito
Daniele Zamperini

I Fatti

Un sanitario aveva inserito come dato certo, nella cartella clinica di una paziente affetta da sclerosi multipla, un aspetto della diagnosi non ancora confermato da analisi mediche.
Gli accertamenti successivi avevano confermato la diagnosi per cui i giudici di merito avevano prosciolto l'imputato dall'accusa di falso, in quanto l'imputato avrebbe dichiarato il vero cio’ siai stato confermato in un periodo cronologicamente successivo.
 
La cassazione ha annullato l’ assoluzione mettendo l’ accento sull'intenzionalita’ dell'azione e sul fatto che la cartella clinica e’ un atto pubblico, con tutto cio’ che ne consegue.
La cartella clinica costitisce spesso l’ unico documento che riporti l’ evvettivo svolgimento del decorso clinico per cui la sua modifica o alterazione costituisce una falsificazione del reale accadimento, una falsa rappresentazione di una situazione giuridicamente rilevante.





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