La USPSTF conferma le raccomandazioni precedenti circa la necessità di procedere allo screening dell'infezione da HBV in tutte le donne gravide a cominciare dalle fasi iniziali della gestazione.
La United States Preventive Services Task Force (USPSTF) ha aggiornato le linee guida circa lo screening del virus dell'epatite B (HBV) in gravidanza. Le precedenti risalivano al 2009.
La Task Force ricorda che dal 1998 al 2011 negli Stati Uniti si sono verificati circa 85 casi di infezione materna da HBV ogni 100000 parti, con 9 neonati infettati ogni 10000 nati vivi.
L'infezione da HBV contratta nei primi anni di vita comporta una elevata probabilità di diventare cronica, aumentando il rischio di evoluzione verso la cirrosi e il cancro epatico.
La USPSTF rivedendo la letteratura disponibile ha trovato che lo screening dell'HBV identifica con accuratezza l'infezione e che gli interventi che si possono mettere in atto sono efficaci nel ridurre il rischio di trasmissione perinatale.
Pertando vengono confermate le raccomandazioni precedenti: lo screening dell'infezione da HBV deve essere effettuato in tutte le donne gravide in occasione della loro prima visita prenatale. La raccomandazione è di grado A il che significa che è convalidata da prove di efficacia di qualità elevata e quindi è indice di buona pratica clinica.
Che dire?
Le linee guida della Task Force statunitense circa lo screening dell'infezione da HBV sono importanti anche se non si tratta di una novità, ma di una sostanziale conferma di quanto già raccomandato in precedenza. Va ricordato, tuttavia, che, almeno in Itala, la ricerca dell'infezione da HBV è pratica universalmente adottata in tutte le gravide e che i vari protocolli la prevedono già nelle fasi iniziali della gestazione.
Renato Rossi
Bibliografia
1. Owens DK et al. Screening for Hepatitis B Virus Infection in Pregnant Women. US Preventive Services Task Force reaffirmation Recommendation Statement. JAMA 2019 Jul 23; 322:349-354.
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