L’ACC ha pubblicato un aggiornamento semplificato per la gestione dello scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta.
Nel 2022 l’American College of Cardiology aveva pubblicato le nuove linee guida sullo scompenso cardiaco [1]. Ora ha emanato un aggiornamento sulla insufficienza cardiaca con frazione di eiezione ridotta indirizzato ai medici pratici. Si tratta di un percorso semplificato che ha lo scopo di migliorare i risultati della gestione in medicina primaria. Di seguito riassumeremo i punti principali del documento.
Anzitutto si riconosce che l’associazione tra valsartan e sacubitril (ARNI) è molto efficace nel ridurre i ricoveri e i decessi dovuti allo scompenso cardiaco e dovrebbe essere considerata una terapia di prima scelta in tutti i soggetti con insufficienza cardiaca e frazione di eiezione ridotta.
Un secondo punto importante riguarda il sotagliflozin che agisce sia inibendo SGLT1 che SGLT2. In precedenza c’erano dati soprattutto per gli inibitori di SGLT2 (empagliflozin e dapagliflozin). Ora ci sono evidenze che l’inibizione sia di SGLT1 che di SGLT2 riduce i decessi e i ricoveri per scompenso cardiaco. Quindi anche il sotagliflozin dovrebbe essere considerato un farmaco di prima scelta insieme a empagliflozin e dapagliflozin.
Un altro punto sottolineato dal documento è che la terapia deve essere avviata e titolata subito e rapidamente appena posta diagnosi e si deve basare su: beta-bloccante, ARNI, un inibitore dei mineralcorticoidi e un inibitore SGLT. Questa scelta dipende dal fatto che in questo modo si riduce il rischio di morte da causa cardiovascolare e i ricoveri per scompenso cardiaco rispetto all’uso solo di un aceinibitore/sartano e beta-bloccante.
Il documento stressa il concetto che questo approccio deve essere iniziato prima possibile e che le dosi dei vari farmaci devono essere aumentate fino al massimo previsto o tollerato preferibilmente entro tre mesi.
Il documento riconosce anche i pazienti affetti da scompenso cardiaco sono in genere anziani e possono presentare varie altre condizioni patologiche associate (e conseguente assunzione di farmaci) per cui l’implementazione di una terapia a “quattro pilastri” può provocare effetti collaterali e quindi ridurre la compliance. Per questo il documento contiene alcuni suggerimenti pratici da mettere in atto per ridurre questo rischio. Consigliamo di consultare il documento all’indirizzo segnalato in bibliografia.
Renato Rossi
Bibliografia
1. http:// www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=8175
2. M addox TM et al. 2024 ACC Expert Consensus Decision Pathway for Treatment of Heart Failure With Reduced Ejection Fraction: A Report of the American College of Cardiology Solution Set Oversight Committee. J Am Coll Cardiol. Mar 08, 2024. Epublished DOI: 10.1016/j.jacc.2023.12.024 http://www.jacc.org/doi/10.1016/j.jacc.2023.12.024
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