L'uso della colchicina per la prevenzione secondaria cardiovascolare è ormai suffragato da revisioni sistematiche e linee guida.
In alcune pillole precedenti [1,2] abbiamo visto che la colchicina potrebbe essere utile nei pazienti con malattie cardiovascolari e già si sapeva della sua efficacia nel prevenire le recidive di pericardite. Si tratta di un farmaco ben noto ai medici e utilizzato essenzialmente nel trattamento della devo. Le sue proprietà antinfiammatorie, segnalate da una riduzione della proteina C, hanno portato a ipotizzare la possibilità di effetti cardioprotettivi. In questi ultimi anni si sono accumulati dimostrano che la colchicina a basso dosaggio (= 0,5 mg/die) è efficace se usata in vari pazienti con patologie muscolari oltre che nella gotta [3].
Una revisione sistematica ha confermato i risultati degli studi riferiti nelle due pillole citate in bibliografia [4]. La revisione ha considerato 5 RCT per un totale di 11.816 pazienti affetti da patologia coronarica. Si è visto che la colchicina riduce il rischio di infarto miocardico del 22%, dell'ictus del 46% e degli interventi di rivascolarizzazione coronarica del 23%. La revisione ha documentato una riduzione non significativa dei decessi del valore del 18% (p = 0,34), un aumento non significativo di quelli non del valore del 38% (p = 0,06), con un impatto neutro sulla mortalità totale (aumento dell'8% con p = 0,73).
Secondo una recente revisione [5] la colchicina a basso dosaggio è efficace sia nei pazienti con cardiopatia ischemica cronica che in quelli con infarto miocardico recente. Nel primo caso si ha una riduzione degli eventi cardiovascolari maggiori del 31% e nel secondo caso del 23%. Per questo la revisione richiama le recenti linee guida dell'European Society of Cardiology che consigliano la colchicina in varie tipologie di pazienti coronaropatici e la decisione della FDA di approvarla come primo farmaco antinfiammatorio per la riduzione degli eventi cardiovascolari [5].
La colchicina è anche efficace nel ridurre il rischio di comparsa di fibrillazione atriale dopo un intervento di bypass coronarico, come suggerito da una recente metanalisi che ha considerato 5 RCT per l'analisi finale per un totale di 839 pazienti. La somministrazione peri-operatoria di colchicina ha comportato una riduzione della comparsa di fibrillazione atriale post-operatoria del 46% (p < 0,01).
Secondo uno studio osservazionale di tipo retrospettivo [7] la colchicina potrebbe risultare utile anche nei soggetti affetti da arteriopatia periferica poiché comporterebbe una riduzione degli eventi avversi maggiori a carico degli arti inferiori del 25%. In questo studio l'uso della colchicina risultava associato anche a una riduzione della mortalità cardiovascolare. Trattandosi però di uno studio osservazionale questi dati andrebbero confermati da RCT disegnati ad hoc.
Renato Rossi
Bibliografia
1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=7289
2. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=7556
3. Robinson PC et al. Dichiarazione di consenso sull'efficacia e la sicurezza della colchicina a basso dosaggio a lungo termine nella gotta e nelle malattie cardiovascolari. Am J Med. 2022 gennaio;135(1):32-38.
4. Fiolet ATL et al. Efficacia e sicurezza della colchicina a basso dosaggio nei pazienti con malattia coronarica: una revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati. Eur Heart J. 2021 21 luglio;42(28):2765-2775.
5. Zhang RS, Weber BN, Araiza-Garaygordobil D, Garshick MS. Colchicina per la prevenzione delle malattie cardiovascolari: potenziale implementazione globale. Curr Cardiol Rep. 2024 maggio;26(5):423-434. doi: 10.1007/s11886-024-02049-y. Epub 2024 aprile 4. PMID: 38573553; PMCID: PMC11196186.
6. Kirov H et al. Colchicina in pazienti con malattia coronarica sottoposti a intervento chirurgico di bypass dell'arteria coronaria - Una meta-analisi di studi clinici randomizzati. Am J Cardiol. 2024 5 settembre: S0002-9149 (24) 00653-2. doi: 10.1016/j.amjcard.2024.09.003.
7. Lin DS, Huang KC, Lin TT, Lee JK, Lin LY. Effetti della colchicina su eventi avversi maggiori agli arti e cardiovascolari in pazienti con malattia arteriosa periferica. Mayo Clin Proc. 2024 settembre;99(9):1374-1387. doi: 10.1016/j.mayocp.2024.05.004
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