La terapia con plasma di pazienti guariti è una vecchia conoscenza dei medici essendo stata proposta più di un secolo fa.

In uno studio randomizzato, in aperto, realizzato in India, sono stati reclutati 439 pazienti affetti da COVID-19 di gravità moderata e con saturazione di ossigeno in aria ambienti inferiore o uguale al 93%.

I partecipanti sono stati trattati con terapia standard (antivirali, immunomodulanti, steroidi, antibiotici) oppure con terapia standard e plasma di soggetti guariti (200 ml alla randomizzazione e 200 ml dopo 24 ore).

Non si è riscontrata nessuna differenza tra i due gruppi per quanto riguarda la progressione della malattia o la mortalità a 28 giorni.

Insomma, sembra che il plasma prelevato da soggetti guariti dalla COVID-19 non sia utile a ridurre il rischio di aggravamento o la mortalità.

Tuttavia vi è da notare che la maggior parte dei pazienti arruolati (83%) aveva, al momento del reclutamento, anticorpi neutralizzanti contro il SARS-CoV-2. Può essere quindi che il plasma sia stato somministrato in una fase troppo tardiva e questo potrebbe spiegare la mancanza di risultati.

Inoltre lo studio prevedeva la somministrazione di plasma non concentrato in cui la percentuale di anticorpi potrebbe essere stata insufficiente. 

Forse l’uso precoce di plasma concentrato avrebbe fornito risultati migliori, ma rimane un’ipotesi da dimostrare con RCT di potenza statistica adeguata.

Renato Rossi

Bibliografia

1. Agarwal A et al. Convalescent plasmain the management of moderate covid-19 in adults in India. Open label phase II multicentre randomised controlled trial (PLACID Trial). BMJ 2020; 371:m3939.