Il caffe' protegge dal cancro epatico?
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Argomento: Medicina Clinica


 Il consumo di caffe’, specie nei buoni consumatori, sembra avere effetti protettivi sulle epatopatie e sul rischio di cancerogenesi epatica. 

Il caffè è uno dei prodotti alimentari più diffusi al mondo, bevuto giornalmente in quantita’ variabili da milioni di persone.
Su tale diffusisssima sostanza sono stati effettuati numerosi studi, ancora controversi; alcuni ricercatori, per esempio, avrebbero ipotizzato un potenziale incremento del rischio cardiovascolare correlato all’assunzione di caffè, ma altri studi prospettici non avrebbero confermato influenze negative su fattori di rischio quali pressione arteriosa, livelli elevati di colesterolo e omocisteina; altri studi, al contrario, avrebbero dimostrato un effetto protettivo del caffè su condizioni patologiche quali diabete tipo 2 e malattia di Parkinson.
Sono state analizzati gli effetti del caffe’ sul sistema epatico, valutandone l’ itenressamento a vari livelli: alterazioni biochimiche, cirrosi epatica, aumento di rischio di epatocarcinoma (HCC).
Uno studio, pubblicato su Alimentary, Pharmacology and Therapeutics evidenziava una correlazione inversa con le gamma glutamil-transferasi (GGT) e una graduale riduzione dell’Odds Ratio (OR) di GOT e GPT nei soggetti che ne avevano un aumento per flogosi epatica. La riduzione dei livelli enzimatici arrivava fino al 40% ed era correlata all’aumentato uso di caffè, indipendente da fattori di confondimento come alcool, fumo e indice di massa corporea. La stessa correlazione inversa e’ stata riscontrata con la cirrosi (in particolare per la cirrosi da alcool) con riduzione progressiva del Rischio Relativo con l’ aumento delle tazzine di caffe’ (fino ad un RR di 0,20 nei consumatori di 4 o piu’ tazzine giornaliere.  La diminuzione del rischio non era correlata alla caffeina, in quanto non si riscontrava nei consumatori di caffeina da fonti diverse dal caffe’.

Siccome poi la cirrosi costituisce uno dei maggiori fattori di rischio per il cancro epatico,  altri studi hanno cercato di valutare l’ effettiva influenza del caffe’ sul rischio di HCC. Uno studio pubblicato su Hepatology  ha effettuato una metanalisi su 10 studi (6 caso-controllo e 4 studi di coorte) per complessivi 2260 casi di HCC.
Il confronto tra bevitori abituali di caffe’ e non bevitori evidenziavano una netta riduzione di rischio dei primi (RR = 0.54 negli studi caso-controllo e un RR = 0.64 negli studi di coorte) rispetto ai non bevitori. In particolare, classificando i bevitori di caffe’ in base alle quantita’ assunte quotidianamente, si riscontrava che i bevitori moderati di caffè presentavano una riduzione del rischio del 30% che saliva al 55% nei forti bevitori. La correlazione inversa tra consumo di caffè e rischio di HCC. Tali risultati resistevano ai controlli basati sui vari fattori di confondimento associati.
Gli Autori, tuttavia, pur riconoscendo che la correlazione inversa tra caffè e HCC è reale, non hanno potuto affermare (nonostante l’uniformità delle evidenze disponibili, basate pero’ solo su studi osservazionali) una sicura relazione causale tra i due eventi.
E’ evidente la necessita’ di ulteriori studi di approfondimento, in quanto il caffe’ non e’ una sostanza chimica di uniforme e invariabile composizione, ma e’ piuttosto una miscela complessa di un vasto numero di composti chimici variabili oltretutto a seconda della provenienza del caffe’, della sua miscelazione, della marca e della lavorazione. Le premesse, tuttavia, sono incoraggianti.
DZ - OP
 
Bibliografia
·  Cadden ISH, Partovi N, Yoshida EM Review Article: Possible Beneficial Effects of Coffee on Liver Disease and Function Aliment Pharmacol Ther2007;26:1-8.
·  Bravi F et al Coffee Drinking and Hepatocellular Carcinoma Risk: A Meta-Analysis Hepatology 2007;46:430-5
 





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