Il fascino della macchina sportiva sulle donne
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Argomento: Rilassarsi fuori dalla professione


Perche’ le donna sono attratte dai maschi che conducono un’ auto vistosa (per esempio una Porsche), e quali limiti ha questa attrazione? Un fenomeno conosciuto da tutti ( e sfruttato da molti) sotto la lente degli psicologi.
Daniele Zamperini



Un noto ed acclamato scrittore di gialli ha presentato un personaggio (un imbranato adeetto al laboratorio scientifico) maniacalmente desideroso di acquistare una Porsche, una macchina da lui definita “acchiappa-passere”.


Malgrado il tono umoristico in cui veniva presentata la cosa, e’ sotto gli occhi di tutti che qualche fondamento, effettivamente, ci sia. 
La cosa viene generalmente attibuita all’ “effetto fraiming” (cioe’ all’ influsso che la “cornice” in cui una persona si presenta possa influire sugli interlocutori). Avrebbe, in altre parole, lo stesso effetto della coda del pavone


Una equipe di psicologi americani ha voluto pero’ approfondire la questione con uno studio che ha coinvolto circa mille soggetti. Lo studio avrebbe evidenziato che gli uomini che si servono di questa “coda sostitutiva”  godono effettivamente di una maggiore attrattiva sessuale verso persone dell’ altro sesso, che si dimostrano molto piu’ propense ad avere una relazione sessuale con costoro.

C’e’ pero’ un rovescio della medaglia: le stesse americane cosi’ disponibili ad una “storia”  si dimostrano pero’ molto piu’ reticenti verso una relazione impegnativa o un matrimonio con gli stessi individui.

Gli uomini con Porsche, insomma, sarebbero visti come cercatori di avventure occasionali ma non di relazioni serie, e le donne si comporterebbero di conseguenza.
Per chi desiderasse conquistare seriamente una donna, insomma, sarebbe consigliabile cambiare tipo di approccio.

E noi poveri mortali che giriamo su utilitarie senza pretese, consoliamoci: se una donna dovesse cadere ai nostri piedi, sarebbe per la nostra intrinseca bellezza, e non per la nostra macchina!

Daniele Zamperini

Fonte:
Journal of Personality and Social Psychology, 100(4),664-680,2011





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