Epatiti croniche B e C: ultime dalla letteratura scientifica
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Argomento: Medicina Clinica


Buone notizie per i pazienti affetti da epatite cronica B e C: cominciano infatti a essere pubblicati studi che dimostrano l'efficacia a lungo termine degli attuali trattamenti.

In un primo studio [1] sono stati resi noti i risultati su pazienti affetti da epatite cronica da virus B che avevano partecipato ad un RCT in doppio cieco di 4 anni in cui era stato paragonato il tenofovir all'adefovir. Alla fine del trial 585 dei 641 soggetti arruolati sono stati trattati in aperto per altri 7 anni con tenofovir. A 5 anni la biopsia epatica ha dimostrato un miglioramewnto istologico nell'87% dei casi. Ma, cosa piu’ interessante ancora, nel 74% dei soggetti che all'inizio avevano un quadro istologico di cirrosi si e’ assistito alla sua regressione.

Lo studio dimostra quindi che il trattamento prolungato riesce, in una elevata percentuale di casi, a far regredire un quadro istologico (la cirrosi) che fino a poco tempo fa si riteneva irreversibile.
Inoltre una degenerazione tumorale si e’ sviluppata in poco piu’ del 2% dei soggetti, il che fa ipotizzare che effettivamente il trattamento sia in grado di ridurre la mortalita’ legata alla infezione da HBV.

Un secondo studio [2] riguarda invece pazienti affetti da epatite cronica C. Lo studio ha valutato i dati di 530 pazienti con fibrosi epatica avanzata dimostrata istologicamente che avevano iniziato un trattamento a base di interferone nel periodo 1990-2003. Il follow up e’ terminato nell'ottobre del 2011. Si e’ visto che quando il trattamento determinava una risposta virologica sostenuta questa era associata ad una riduzione della mortalita’ totale di ben il 74% e una riduzione del rischio di morte correlata a epatopatia o di trapianto di fegato del 94%.
Questi due ultimi esiti si sono verificati nell1,9% dei pazienti con risposta virologica sostenuta e nel 27,4% dei pazienti senza risposta virologica sostenuta.

Una degenerazione neoplastica a 10 anni si e’ registrata rispettivamente nel 5,1% e nel 21,8%.

Che dire? E' noto che sia HBV che HCV possono determinare, a lungo termine, una degenerazione neoplastica a carico del parenchima epatico, una insufficienza epatica e, in definitiva, un aumento della mortalita’ epato-correlata. Pero’ i dati derivanti dalla letteratura suggeriscono che i trattamenti attuali sono in grado di migliorare la prognosi di questi pazienti, perlomeno nei casi in cui la terapia determina una risposta virologica sostenuta. La sfida futura sara’ quella di trovare nuove terapie in grado di agire anche nei non responders.

Renato Rossi

Bibliografia
1. Marcellin P et al. Regression of cirrhosis during treatment with tenofovir disoproxil fumarate for chronic hepatitis B: A 5-year open-label follow-up study. Lancet 2012. Pubblicato anticipatamente online il 1o dicembre 2012. http://tinyurl.com/a8cyrwh
 
2. van der Meer AJ et al. Association Between Sustained Virological Response and All-Cause Mortality Among Patients With Chronic Hepatitis C and Advanced Hepatic Fibrosis. JAMA. 2012;308:2584-2593.





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