Dapagliflozin: un nuovo farmaco per lo scompenso cardiaco?
Data:
Argomento: Medicina Clinica




  Pubblicati i risultati del DAPA-HF Trial in cui dapagliflozin è stato utilizzato in pazienti con scompenso cardiaco e ridotta frazione di eiezione.


Dapagliflozin è un inibitore del SGTL 2 usato nella terapia del diabete tipo 2. Le nuove linee guida consigliano questi farmaci come prima scelta, insieme a metformina e agonisti del GLP-1 [1].

In alcuni studi (per esempio EMPAREG e CANVAS) gli inibitori del SGLT 2 hanno dimostrato di ridurre il rischio di scompenso cardiaco nei pazienti con diabete tipo 2.

Ma sono efficaci anche nei pazienti non diabetici?

Per rispondere a questa domanda è stato condotto lo studio DAPA-HF che ha arruolato 4477 soggetti con scompenso cardiaco [2].
I pazienti erano in classe NYHA >/= 2 ed avevano una frazione di eiezione uguale o inferiore al 40%. I diabetici rappresentavano il 45% del totale.
Dopo randomizzazione i partecipanti sono stati trattati con dapagliflozin (10 mg/die) oppure placebo, oltre alla terapia standard (aceinibitori, sartani, betabloccanti, antialdosteronici, valsartan/sacubitril).

Il follow up è stato di 18 mesi. 

Il dapagliflozin ha ridotto l'endpoint primario (morte cardiovascolare, ricovero per scompenso cardiaco, visite urgenti con necessità di terapia infusiva) del 26%: 16,3% nel gruppo dafagliflozin e 21,2% nel gruppo placebo (HR 0,74; CI95% 0,65-0,85; NNT 21).

Questi risultati erano simili in tutti i sottogruppi analizzati, indipendentemente dalla presenza o meno di diabete.

Dapagliflozin ha ridotto anche altri endpoints secondari, tra cui la mortalità totale (HR 0,83; CI95% 0,71-0,97).

Gli effetti collaterali, tra cui ipoglicemia e disfunzione renale, non differivano tra i due gruppi.

Che dire?

Si tratta del primo RCT in cui un inibitore del SGLT 2 è stato usato specificamente per valutare la sua efficacia nello scompenso cardiaco sia in diabetici che in non diabetici.
Per il momento il meccanismo d'azione con cui questi farmaci funzionano nello scompenso cardiaco è ignoto: si ipotizzano effetto diuretico, renoprotezione, effetto cardiometabolico.

Si apre la via per una nuova classe di farmaci da usare nella terapia dello scompenso cardiaco?
E' ancora presto per dirlo. Bisognerà attendere i risultati degli altri studi in corso (tra cui l'EMPEROR-PRESERVED trial in cui si testa l'efficacia dell'empagliflozin in soggetti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione conservata).
Questi studi permetteranno di analizzare i possibili effetti collaterali, confermare l'efficacia di questi farmaci e valutare se le linee guida potranno inserirli nel trattamento standard dello scompenso. 


Renato Rossi


Bibliografia

1. http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=7224

2. McMurray JJV et al. for the DAPA-HF Trials Committee ad Investigators. Dapagliflozin in Patients with Heart Failure and Reducec Ejection Fraction. N Engl J Med. Pubblicato online il 19 settembre 2019.







Questo Articolo proviene da Scienza e Professione - (Daniele Zamperini Medico)
http://www.scienzaeprofessione.it

L'URL per questa storia è:
http://www.scienzaeprofessione.it/modules.php?name=News&file=article&sid=2013