Ricette incustodite: Gravi sanzioni per il medico
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Argomento: Normative di interesse sanitario




Un medico e’ stato pesantemente sanzionato (20.000 Euro) dal Garante della Privacy per aver lasciato le ricette mediche per i suoi assistiti (in busta chiusa) in una cassetta all’esterno del proprio studio. Alcuni protestano, ma la sanzione e’ corretta e aderente a principi ormai consolidati.
Sembra maleducazione dire “L’avevamo detto…” pero’ e’ proprio cosi’.


E’ effettivamente abitudine consolidata quella da parte di molti medici di famiglia di lasciare ai pazienti le ricette da ritirare in un contenitore posto all’interno o addirittura sul muro esterno dello studio.  
Molti hanno protestato ritenendo tale sanzione ingiustificata e punitiva, ma evidentemente non sono al corrente delle norme ormai consolidate da decenni: le ricette non vanno mai lasciate incustodite e accessibili a terzi, ma sempre affidate ad un incaricato.  La busta chiusa non costituisce una protezione sufficiente. Gia’ nel 2009 abbiamo riportato in un articolo le disposizioni fornite dal Garante in un colloquio informale con il sottoscritto, e abbiamo anche pubblicato il parere in merito di un legale.
Sono reperibili estesamente al link
https://www.scienzaeprofessione.it/public/nuke/modules.php?name=News&file=article&sid=231
http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=4644&sid=267675479
 

Si puo’ agevolmente osservare come gia’ all’epoca fosse chiaramente dichiarato illecito lasciare le ricette incustodite, neppure in sala d’aspetto, tantomeno all’ esterno.
 
Le ricette, previo consenso del paziente e delega (preferibilmente scritta) vanno consegnate in busta chiusa da parte di una persona incaricata (segretaria, farmacista ecc).
L’ incarico di distribuire le ricette in farmacia (abitudine poi diffusasi) da parte del farmacista stesso aveva fatto sorgere inizialmente alcuni dubbi per cui il Garante ha espresso poi dei chiarimenti su cui si e’ tornati sopra in piu’ occasioni. La procedura e’ lecita, con alcune accortezze.
Si veda ad es. quanto riportato (2017) http://www.pillole.org/public/aspnuke/news.asp?id=6800  

Gia’ all’ epoca, in tale articolo, erano esaminate (fin da allora!) tutte le criticita’ su cui adesso si dibatte tanto come se fossero strane novita’. 
 Sono accaduti, in passato, episodi eclatanti di ricette lasciate in busta chiusa ma senza addetto al controllo: aperte (volontariamente o meno) da terzi, avevano permesso la diffusione di informazioni riservate su Tizio o Caio. In questi casi la responsabilita’ maggiore ricade sul medico. 

Molti medici adottano procedure anomale perche’ “lo fanno in tanti e non succede niente” pero’ invece sarebbe utile tener presente un altro principio fondamentale: “In Italia non succede niente finche’… non succede qualcosa”.
E quel “qualcosa” puo’ avere tanti aspetti: una ricetta smarrita, una ricetta aperta per sbaglio, un paziente che protesta e cosi’ via. Ad andarci di mezzo, comunque, sara’ sempre il medico. 

Riassumendo:
e'vietata la cosegna di ricette senza che vi sia il controllo diretto di una persona addetta: non e' permesso, ad esempio, lasciare le ricette incustodite in sala d' aspetto del medico perche' ciascuno ritiri la propria.

Non e' sufficiente neppure che tali ricette siano ivi lasciate in busta chiusa perche' non c'e'adeguata protezione verso gli abusi o gli errori. 
Poi ciscuno puo' fare come preferisce… 

 Daniele Zamperini






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