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Prendere fischi per fiaschi: i correttori ortografici
Pubblicato da dzamperini in data 01/05/2025 00:00
Opinioni extraprofessionali


A volte anche scrivere un semplice articoletto puo’ diventare un affare complicato: e’ facile compiere errori di battitura storpiando qualche parola. Ma per fortuna ci sono i correttori ortografici…
Solo che qualche volta il rimedio puo’ diventare peggiore del male. E il problema talvolta e’ nascosto dove uno non se lo aspetta..


In effetti poco tempo fa un amico mi ha fatto notare che alcune parti di un articolo apparivano quasi incomprensibili, poiche’ alcune parole apparivano ortograficamente corrette ma del tutto fuori contesto: parole che non ricordavo di aver inserito ma che stravolgevano il senso della frase.

“Nulla di grave – mi spiego’ l’ amico – Bisogna solo disattivare il correttore ortografico”. Mi spiego’ che il correttore, preso da una specie di “ansia da prestazione” a volte fraintendeva considerando erronea una parola inusuale e non riconosciuta, oppure correggeva una parola mal scritta sostituendola con un’ altra che ci somigliava ma non c’entrava nulla col senso del discorso…

Mi sono sentito incompetente e un po’ cretino per cui mi sono affrettato a disattivarlo, solo che il problema, con caratteristiche magari un po’ diverse, continuava.

La cosa dipendeva, scoprii, dal fatto che ogni programma ha un correttore proprio, indipendente dagli altri e che quando, scrivendo, si passa da un programma ad un altro, il fenomeno riappariva. Per esempio prendendo un testo da internet con un browser, incollandolo su una pagina word e poi salvandolo in pdf si passa sotto la forca caudina di almeno tre correttori diversi.

Chi non ci crede provi a controllare facendo una piccola ricerca con google… Le richieste disperate di aiuto degli utenti disperati non sono poche.
Testardamente ho passato un pomeriggio a trovare e a disattivare i correttori, ma il fenomeno, anziche’ cessare, aveva preso un’ altra piega: alcune parole venivano sostituite completamente e, anche se corrette, tornavano alla precedente versione sbagliata.

In un raccontino in cui il protagonista scampava da un immaginario pericolo sospirando “Meno male! “ (da cui il titolo) mi sono casualmente accorto che stava per essere pubblicato con il titolo un po’ ose’ “Meno maschio!”.

Meno Maschio??? Ma che c’azzecca???

E anche all' interno del testo era riscontrabile la sostituzione integrale di altre diverse parole, e riscriverle correttamente non serviva a niente!!

Facciamola breve: ho scoperto solo allora che i correttori non sono gli unici programmi abilitati a modificare automaticamente i testi. Era entrato in funzione, non so come, il TRADUTTORE AUTOMATICO del browser (indipendente dai programmi di scrittura) il quale, incurante del fatto che l’ articolo fosse in italiano, cercava ogni parola che gli sembrasse inglese, e la traduceva.
Percio’ trovando “Male”, la traduceva correttamente in “Maschio”.
Il problema si e’ risolto solo disattivando anche il traduttore.

Bisogna stare attenti: se la funzione viene attivata (piu’ o meno consapevolmente) per tradurre un testo inglese, bisogna assolutamente ricordare di disattivarlo subito dopo, se no puo’ capitare di scrivere qualcosa di illegale o di osceno senza neanche rendersene conto.

Ho capito, a questo punto, come mai anche negli articoli dei giornali on-line si trovano a volte espressioni incomprensibili: l’ abitudine con cui deleghiamo tanti compiti alle macchine puo’ essere controproducente.

E se trovate qualche espressione “strana” nei miei articoli, segnalatemelo: magari non e’ colpa mia…

Daniele Zamperini
 
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