Il detenuto ai domiciliari va in farmacia? Evasione!
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Argomento: Normative di interesse sanitario


 Allontanarsi dal domicilio ove sconta gli arresti domiciliari espone l' incauto a denuncia per evasione. Sono irrilevanti i motivi della sua condotta se non sono adeguati e compiutamente provati ( Cass. VI pen n. 27193/14)
Daniele Zamperini


Un uomo condannato ai domiciliari si era allontanato dalla sua abitazione lasciando la porta con la chiave nella serratura per recarsi in farmacia ad acquistare un medicinale, rientrando subito dopo.
Condannato per evasione dai giudici di merito che respingevano la giustificazione dello stato di necessita', l' uomo era ricorso in Cassazione.

La Cassazione ha respinto il ricorso facendo riferimento a precedente giurisprudenza secondo la quale l'evasione consiste "nell'allontanamento del detenuto agli arresti domiciliari dal luogo in cui è autorizzato a svolgere attività lavorativa"  e " richiede il dolo generico, caratterizzato dalla consapevolezza di allontanarsi in assenza della necessaria autorizzazione, a nulla rilevando i motivi che hanno determinato la condotta dell'agente".
La giustificazione addotta dall' uomo ( allontanatosi da casa per acquistare un farmaco in quanto "stava male")  non ha convinto i magistrati in quanto non era stato provato il tentativo di cercare una soluzione alternativa (come rivolgersi ad una terza persona, magari un familiare o un vicino di casa, per risolvere il problema).
Incombe sull' interessato, dice la Corte, se non un vero e proprio onere probatorio, almento un " compiuto onere di allegazione" che permetta al giudice di giudicare la sussistenza, almeno probabile, dell' esimente giustificativo.
La sola indicazione di una situazione astrattamente riconducibile all'applicazione di un'esimente non permette l' assoluzione ex art. 530 data la mancanza assoluta di prove al riguardo". 

Daniele Zamperini







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