Rientro anticipato dopo malattia: problemi certificativi
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Argomento: Normative di interesse sanitario




Previste pesanti sanzioni per il lavoratore che rientra anticipatamente al lavro senza idonea comunicazione all' INPS, e possibili pesanti sanzioni per il medico che non trasmette telematicamente il certificato (INPS, Circolare 79/2017) 


L' INPS, nella circolare suddetta sottolinea che, in caso di rientro al lavoro in epoca precedente alla scadenza del certificato, tale scadenza vada rettificata dal medico curante. 
Infatti " vengono segnalate dalle Strutture territoriali Inps non poche situazioni di inadempienza da parte dei medici curanti circa l’obbligo di invio telematico con rilascio di certificazioni redatte in modalità cartacea ... Al riguardo, si ribadisce che la citata inosservanza degli obblighi di trasmissione telematica costituisce, oltre che una violazione della normativa vigente, anche una fattispecie di illecito disciplinare – salvo evidentemente i casi di impedimenti tecnici di trasmissione - per i medici dipendenti da strutture pubbliche o per i medici convenzionati." 
Cio' ai sensi dell’art. 55-septies del decreto legislativo n. 165/2001 e della circolare del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica, n. 1/2010, l’inosservanza, se reiterata, comporta per il medico il licenziamento o la decadenza dalla convenzione.

L' INPS, ponendo poi l' accento sullo spreco di risorse derivanti da indennita' di malattia erroneamente pagate e da visite di controllo effettuate al domicilio di lavoratori gia' rientrati in servizio, puntualizza quella che sarebbe l' donea procedura da seguire nei casi ove si ravvisi l' opportunita' di un anticipato rientro al lavoro.
E' evidente che la prognosi, essendo una mera anticipazione previsionale, puo' essere soggetta a variazioni, sia in aumento che in diminuzione. 
Nel caso di rientro anticipato al lavoro il lavoratore, con procedura analoga a quella seguita per un prolungamento di prognosi, deve far rettificate la data di rientro dal medico curante, che deve spedire telematicamente la correzione all' INPS. Si tratta di un adempimento obbligatorio da parte del lavoratore.

In presenza di un certificato con prognosi ancora in corso i datori di lavoro non possono consentire al lavoratore la ripresa dell'attivita', in base all' art. 2087 del codice civile e del dlgs 81/2008 art. 20.
" Il dipendente... potra' essere riammesso in servizio solo in presenza di un certificato medico di rettifica della prognosi originariamente indicata".
Ma attenzione! "Affinche'  la rettifica venga considerata tempestiva, non è sufficiente che essa sia effettuata prima del termine della prognosi originariamente certificata, bensì è necessario che intervenga prima della ripresa anticipata dell’attività lavorativa. Essa va richiesta al medesimo medico che ha redatto il certificato, riportante una prognosi più lunga".
(Disciplinare Tecnico allegato al Decreto interministeriale del 26/02/2010 e successive modificazioni (modalità tecniche per la predisposizione e l’invio telematico della certificazione di malattia), punto 3.3: “Servizio per la rettifica del certificato inviato all’INPS”).

"Nei casi di residuali certificati redatti per causa di forza maggiore in modalità cartacea, il lavoratore dovrà farsi rilasciare apposito certificato di fine prognosi che dovrà essere inviato immediatamente all’Inps e al datore di lavoro".

La mancata o tardiva comunicazione della ripresa anticipata dell’attività lavorativa, comunica l' INPS, comportera' l' applicazione nei confronti del lavoratore delle sanzioni già previste per i casi di assenza ingiustificata a visita di controllo, nella misura normativamente stabilita per tali fattispecie.
In complesso, quindi, l' INPS pone soprattutto l' accento sulle reponsabilita' e sugli obblighi del lavoratore, che deve farsi parte diligente nella procedura di rientro anticipato. E' pero' molto importante, sebbene solo accennato, il rischio di sanzione nei confronti del medico. Spesso i medici, abbastanza "allergici" alle procedure burocratiche, tendono ad essere restti, ma il rischio di sanzione, sebbene raramente applicato, e' diventato molto grave.

Daniele Zamperini 
P.S.: come succede spesso in Italia, gia' si parla di possibili modifiche normative. Nel caso ne riparleremo.







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