Tutti in pensione alla stessa eta': lo dispone la CEE
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Argomento: Normative di interesse sanitario


L’ eta’ pensionistica deve essere uguale per uomini e donne, senza discriminazioni. Lo dispone la Corte di Giustizia CEE

L’ Italia e’ stata condannata per la normativa pensionistica che diversifica l'età per i dipendenti pubblici. La norma che prevede che le donne vadano in pensione a sessanta anni, mentre gli uomini a sessantacinque, viola gli obblighi imposti dalla normativa comunitaria. (Corte di Giustizia Europea, Sezione IV, sent. 46/0713, nov. 2008).
 
La Corte e’ partita dalla costante giurisprudenza comunitaria che, ai sensi del l’art. 141 CE, vieta qualsiasi discriminazione ( basata su qualunque meccanismo) in materia di retribuzione tra lavoratori di sesso maschile e quelli di sesso femminile. La pensione costituisce una retribuzione, ai sensi dell’art. 141 CE.
Se è vero, dice la Corte, che i provvedimenti nazionali contemplati dalla citata disposizione debbono, in ogni caso, contribuire ad aiutare la donna a vivere la propria vita lavorativa su un piano di parità rispetto all’uomo, la fissazione di un requisito di età pensionabile che varia secondo il sesso è in contrasto con questa disposizione.
La Repubblica Italiana ha sostenuto che la previsione di una condizione di età diversa a seconda del sesso è giustificata dall’obiettivo di eliminare discriminazioni a danno delle donne, ma queste argomentazioni sono state respinte in quanto, secondo la Corte, questo sistema non solo non è idoneo a compensare gli svantaggi ai quali sono esposte le carriere dei dipendenti pubblici di sesso femminile, ma è addirittura più svantaggioso per le donne in quanto l’ obbligo di andare in pensione cinque anni prima degli uomini, comporta che percepiscano una pensione inferiore.
Per questi motivi la Repubblica Italiana è stata condannata.
Daniele Zamperini –Cristina Patrizi
fonte laprevidenza.it) 





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