Lo sputo costituisce reato (a volte…)
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Argomento: Opinioni extraprofessionali


La Cassazione, a fronte di discordanti pronunce dei giudici di merito, chiarisce quando sputare su persone o cose costituisce reato (Cass. II penale n. 45924/2011)
Daniele Zamperini

Un “gentile” signore di Avellino, in occasione di una disputa con un anziano automobilista, sputava ripetutamente contro la vettura di quest’ ultimo.
Querelato, l’ uomo era stato condannato in primo grado dal giudice di pace.
Ricorrendo al Tribunale, la condanna era invece stata annullata.
I giudici motivavano l’ assoluzione con il fatto che "il semplice sputo non e' idoneo a produrre un'alterazione quantomeno temporanea e superficiale della res, necessaria ai fini della configurazione del reato".

L’ anziano non demordeva e ricorreva in Cassazione.

La suprema Corte accoglieva il ricorso ribaltando la decisione del giudice di secondo grado.

Secondo gli ermellini esiste reato di deturpamento "allorche', per la particolare densita', o perche' reiterati, risultino idonei ad imbrattare il bene, sporcandolo e insudiciandolo".
La Cassazione bacchettava  il magistrato “assolutore” rimarcando come non avesse considerato che “nella fattispecie trattavasi di diversi sputi" e che aveva "confuso l'elemento soggettivo del reato con quello oggettivo della idoneita' della condotta".
 
Pur solidarizzando con l’ anzino automobilista (credo che a nessuno faccia piacere subire gli sputi di un terzo) mi chiedo tuttavia se valesse la pena impegnare il tempo della suprema corte con questioni di tale calibro esistenziale. Sarebbe bastata una multa al momento del fatto, ma noi siamo il paese delle sottigliezze giuridiche…





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