Non hai installato il salvavita? E’ omicidio colposo…
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Argomento: Normative di interesse sanitario


Una signora (proprietaria di un appartamento) e il figlio (amministratore di fatto) sono stati condannati per omicidio colposo in seguito al decesso dell’ inquilino rimasto folgorato per mancanza dell’ interruttore differenziale ( “salvavita”) nel’ immobile. (Cassazione n. 40050 del 10 ottobre 2012).
Daniele Zamperini

I fatti:

Un inquilino aveva avvertito una perdita di corrente mentre si trovava sotto la doccia. Aveva disattivato l’ interruttore generale della propria abitazione ma, poiché la dispersione elettrica non era cessata, si era recato sulla terrazza, ove erano alloggiate le vasche dell'acqua, e li’ rimaneva folgorato (verrà trovato dai soccorritori aggrappato alla ringhiera).

I proprietari vennero condannati in primo e secondo grado, malgrado si difendessero sottolineando che l’ evento mortale era dipeso dal comportamento dell’ inquilino, arbitrario e illogico in quanto in presenza di dispersione elettrica, anziche’ contattare personale specializzato, era invece salito sulla terrazza, alla quale non aveva diritto di accedere.

La Suprema Corte, respingeva le tesi dei ricorrenti affermando che "senza conoscere se l'impianto elettrico dell'abitazione fosse dotato, come la legge richiede, di interruttore differenziale, è certo che ove fosse stato regolarmente posto in essere strumento efficiente di tal fatta il tragico evento non si sarebbe dato, perchè l'immediata disattivazione elettrica avrebbe impedito la folgorazione".
Non si poteva attribuire alcuna responsabilita’ alla vittima (dice la Corte) “la quale, percepita la scarica elettrica mentre era sotto la doccia, salì sul terrazzo, evidentemente di libero accesso (e nulla rileva che in questa sede i ricorrenti asseriscano che la vittima non avesse titolo civilistico al fine), per accertarsi della ragione della dispersione. (..) Ivi, come ha precisato la Corte d'Appello, l'uomo, senza che avesse in alcun modo armeggiato rischiosamente con i fili elettrici, venne attinto dalla mortale scarica per aver contemporaneamente toccato il tubo conduttore dell'elettricità all'autoclave e l'inferriata a potenziale elettrico zero.".

Insomma, mantenere un impianto elettrico “fuori norma” e soprattutto mancante del “salvavita” comporta automaticamente la completa responsabilita’ di quanto possa accadere.
Daniele Zamperini





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