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La “Business culture” favorisce la disonesta'
Pubblicato da dzamperini in data 20/05/2015 00:00
Pensieri e opinioni professionali
Da Nature una singolare e sconcertante ricerca sulle influenze culturali e situazionali sull' onesta' dei soggetti



 La recente grave crisi finanziaria-economica ha prodotto un peggioramento dello stato di salute delle popolazioni non solo nei paesi in via di sviluppo, ma anche in larga parte dei paesi “avanzati”. Le pù importanti riviste mediche internazionali si sono interessate al problema sottolineando il legame tra crisi economica (nel nostro caso possiamo esplicitamente parlare di episodi di speculazione finanziaria incontrollata e dissoluta) e sofferenza bio-psico-sociale di larghe fasce della popolazione.(1,2).

Nel novembre del 2014 uno dei templi del sapere biomedico, la rivista Nature, nella edizione online ha ospitato una ricerca originale,effettuata da ricercatori della Università di Zurigo, che ha testato aspetti etici e psicologici del comportamento di alcune categorie di persone tra le quali in particolare i dipendenti di una grande banca . Il risultato, tanto sorprendente da aver meritato la attenzione di Nature, ha suscitato viva preoccupazione e pone il problema di appropriate azioni correttive.

Ecco in sintesi di cosa si tratta. I ricercatori hanno valutato il peso della "business culture" (cultura ed etica degli affari) reclutando 128 dipendenti di una grande banca internazionale e dividendoli in due gruppi, omogenei sotto un profilo statistico. Ad uno dei due gruppi furono poste domande e suggestioni preliminari atte a far emergere la propria identità professionale, in modo da favorire un approccio professionale alla fase successiva.
Al secondo gruppo furono poste domande relative al tempo libero in modo da favorire un approccio non professionale alla fase successiva.

Ad ambedue i gruppi fu assegnato il compito di lanciare per 10 volte in aria una moneta registrando il risultato come testa o croce.
Prima di ogni lancio veniva comunicato il risultato che avrebbe comportato la vincita, ovvero il guadagno di 20 dollari. Il premio sarebbe stato assegnato sulla base delle dichiarazioni dei soggetti senza alcun controllo da parte degli sperimentatori. I risultati venivano tuttavia valutati globalmente in modo da verificare se la distribuzione delle vincite era casuale o manipolata.

 Il sorprendente risultato fu che il gruppo in cui si rafforzava la identità professionale truccava gli esiti dei lanci in modo da conseguire la vincita, mentre il gruppo di controllo dei bancari ed altri due gruppi di controllo composti da medici e da studenti non manipolava in maniera significativa i risultati.
 Per onor di cronaca ha partecipato alla sperimentazione anche un gruppo di carcerati, che era l'unico comparabile al gruppo dei bancari, in quanto manipolava i risultati.

 Gli autori preoccupati concludono che i dipendenti di banca esaminati non sembrano più disonesti della popolazione generale se non vengono stimolati nella propria identità professionale. Allorché invece emerge la "business culture" la stessa categoria di persone avverte come leciti anche comportamenti di solito censurabili. Gli autori correttamente propongono che si mettano in atto tutte le iniziative opportune per contrastare gli effetti deleteri della “business culture”.

Riccardo De Gobbi

Bibliografia:
1) Marmont M., Bell R.: How will the financial crisis affect health?
BMJ 2009;338:b1314
2) McMichael A: J.: Globalization, Climate Change and Human Health
N Engl J Med 2013;368:1335-43.
3) Cohn A., Fehr E., e Coll: Business culture and dishonesty in the banking Industry
N AT U R E | Vol 5 1 6: 86-97 (2014)

 
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