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Evoluzione giudiziaria dei problemi della malasanita'
Pubblicato da dzamperini in data 17/07/2023 00:00
Pensieri e opinioni professionali


Il problema delle azioni giudiziarie contro i medici per presunta malasanita’ ha subito in questi ultimi anni una notevole evoluzione. Positiva o negativa? Vediamo.


Il problema, naturalmente non e’ nuovo: gia’ nel 2013 la Commissione Parlamentare di inchiesta Errori e Disavanzi Sanitari pubblicava i dati ricavati da 90 Procure italiane in un quadriennio, paragonando le denunce presentate contro i medici rispetto al dato complessivo dei vari settori.
Venne fuori che per il periodo preso in esame:

Omicidio Colposo:
-le denunce per Omicidio Colposo erano state 736 (l’ 11,8% delle denunce totali per O.C.)
-il 35% erano state immediatamente archiviate

Lesioni Colpose:
-Denunce 901 (1,68% delle denunce totali)
-il 40% era stato immediatamente archiviato

Alcuni studiosi calcolarono che tali denunce risultavano in gran parte immotivate e che solo il 3% (tre per cento) si concludevano con una sentenza definitiva di condanna.

Questo studio tuttavie non risulto’ essere molto tranquillizzante, perche’ metteva in luce il fatto che per 3 medici condannati altri 97, pur innocenti, erano stati sottoposti a provvedimenti giudiziari che, pur conclusi favorevolmente, avevano comportato pesanti conseguenze dal punto di vista lavorativo (sospensioni dal lavoro, blocco ai concorsi, spese legali, rischio di perdere un eventuale promozione) e personale (ripercussioni familiari, sindrome ansiosa).

Oltretutto il concetto di “contatto sociale” introdotto dalla giurisprudenza aveva moltiplicato progressivamente le occasioni di procedimenti contro i medici, che si difendevano con le costose (si e’ calcolato 10 miliardi l’ anno) e spesso immotivate tecniche della “medicina difensiva”.

La legge Balduzzi e poi la Gelli-Bianco hanno percio’ tentato di porre un argine alla deriva del sistema comportando un progressivo importante spostamento delle azioni giudiziarie dall’ ambito penale a quello soprattutto civile, e dall’ azione personale contro il singolo medico a quella verso la struttura sanitaria.

A pensar male si fa peccato, ma una mente maliziosa potrebbe concludere che l’ azione degli interessati (soprattutto dei familiari del paziente eventualmente deceduto) piu’ che da sete di giustizia sia mossa quasi sempre da puro e semplice interesse economico e che il procedimento penale sia utilizzato soprattutto per stimolare una chiusura transattiva del caso.

Gli esiti attuali di queste nuove impostazioni sono stati ora rilevati da una ricerca effettuata da Eurispes, limitata pero’ all’ ambito civile, presentata nel corso di un evento ad hoc.

I dati sono stati raccolti presso la Sez XIII del Tribunale Civile di Roma, specializzata nel settore della responsabilita’ professione.
Preliminarmente si e’ verificato che in questo ambito la responsabilita’ sanitaria costituisce l’ 85-90% del totale. I dati raccolti erano costituiti da 1380 Accertamenti Tecnici Preventivi effettuati nel periodo 1/4/2017- 31/12/2021 da 336 medici legali.

COSA SI E’ RISCONTRATO?
-Una parziale ma sostanziosa deviazione dei soggetti coinvolti: solo il 30% dei casi coinvolge il singolo medico, mentre il 70% interessa le strutture sanitarie
- Il 65% delle cause si risolvono favorevolmente per i pazienti, solo un terzo sono favorevoli per gli esponenti sanitari.
- Nel 29 per cento degli Atp vi è stata una chiamata in causa dell’assicurazione.

I MAGGIORI INTERESSATI
- Il 40,4% delle volte e’ stata chiamata in causa una struttura pubblica, il 36,1% una struttura privata, l’11% un medico come persona fisica, tramite talvolta’ l’ assicurazione.

Il settore piu’ coinvolto risulta essere l’ Ortopedia (16,3%), poi la Chirurgia (13,2%) e la Infettivologia (11,7%). Nel complesso, dunque, il 41,2 per cento degli Atp interessa questi tre settori.

IN CONCLUSIONE
La lettura dei dati sembra indicare dunque come la maggioranza delle richieste di accertamento abbia un effettivo fondamento, come gli specialisti chiamati a valutare come CTU i comportamenti dei colleghi sappiano cogliere con obiettivita’ questi aspetti ma anche come, in molti casi, vi sia un problema di funzionamento delle strutture mediche e ospedaliere piuttosto che una responsabilità dei medici per cui andranno presi i necessari provvedimenti del caso...

Daniele Zamperini

 
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