Anche accorgimenti architettonici possono influire sulle condizioni psichiche di soggetti affetti da disturbo dello spettro autistico
Definizione e caratteristiche del disturbo dello spettro autistico I Disturbi dello Spettro autistico sono un insieme eterogeneo di disturbi del Neurosviluppo caratterizzati da deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale che si manifestano in molteplici contesti e attraverso pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti,ripetitivi.
In termini semplici i bambini con questo disturbo: -hanno compromissioni quantitative e qualitative del linguaggio di varia gravità fino alla sua completa assenza; -manifestano incapacità o importanti difficoltà a sviluppare una reciprocità emotiva sia con adulti sia con coetanei che si evidenzia attraverso comportamenti,atteggiamenti e modalità comunicative verbali e non verbali non adeguate all’età,al contesto o allo sviluppo mentale raggiunto; -presentano interessi ristretti e comportamenti stereotipati e ripetitivi Tutti questi aspetti possono accompagnarsi anche a ritardo mentale in vario grado. Esistono vari quadri clinici di autismo con interessamento disomogeneo delle aree coinvolte o con vari gradi di presentazione dei sintomi comportamentali.
Epidemiologia L’Autismo non sembra presentare prevalenze geografiche e/o etniche.Un bambino italiano ogni 77(tra i 7 e i 9 anni)ha un disturbo dello spettro autistico con una prevalenza maggiore nei maschi(4,4 maschi ogni 1 femmina).L’incremento dei casi riscontrato nell’ultimo decennio è dovuto principalmente ai cambiamenti dei criteri e degli strumenti diagnostici,alle diagnosi precoci e alla modificazione dei fattori socio-economici quali la maggiore disponibilità dei servizi,maggiore attenzione sociale e l’incremento dei canali informativi. L’individuazione precoce del rischio di autismo e un tempestivo intervento può significativamentr ridurre la sua interfewrenza sullo sviluppo e attenuare il quadro clinico finale. Quindi le azioni da implementare sono la diagnosi precoce, il corretto inquadramento diagnostico,l’intervento tempestivo,il sostegno alle famiglie e la formazione degli operatori
Eziopatogenesi A tutt’oggi non esiste una teoria unificante delle cause di autismo.Sono sicuramente implicati processi genetici e biologici,infatti c’è un elevato tasso di ereditabilità.Inoltre il disturbo autistico è frequentemente associato a compromissione intelletiva, a disturbi d’ansia e depressivi,sviluppo anomalo della coordinazione e il disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo con preferenze alimentari estreme e ristrette.
IMPLICAZIONI PSICOLOGICHE E AMBIENTALI La persona autistica, per quanto succitato ha bisogno di una strutturazione dell’ambiente per orientarsi e per rassicurarsi. Così facendo l’ansia diminuisce, ed è importante che la persona con autismo sappia esattamente cosa ci si aspetti da lui in un certo momento e in un certo luogo, che cosa succederà in seguito, dove e con chi.
È importante che l’organizzazione dell’ambiente di vita, quindi, sia presentata attraverso stimoli adeguati al livello di comprensione del bambino e che utilizzino prevalentemente il canale visivo. Questo permette di bypassare la difficoltà di elaborazione contemporanea di più stimoli, così comune nelle persone affette da questa sindrome, così come la possibile interferenza, spesso presente nelle comunicazioni verbali, di gesti espressivi incoerenti con il messaggio, o toni fuorvianti.
Ricordiamo, attraverso quanto raccontato da Temple Grandin (1995), la complessità del mondo “autistico”, che si esprime anche nella difficoltà di spostare l’attenzione da uno stimolo visivo a uno uditivo, o nella necessità di “smettere di ascoltare”, se il rumore è troppo forte.
Le conseguenze del funzionamento del pensiero visivo sono le seguenti: 1. Tutto sembra nuovo ogni volta: ecco perché le persone autistiche hanno un tale bisogno che le cose rimangano uguali (bisogno persino di comportamenti stereotipati); 2. Il tempo passa più velocemente: gli individui autistici pensano di stare facendo tutto molto velocemente; 3. Il pensare in dettagli influenza la percezione dello spazio (uno spazio ridotto presuppone meno dettagli da elaborare); di conseguenza, molti autistici preferiscono spazi piccoli; 4. Ansia: ricostruire le cose (cioè mettere insieme i dettagli) richiede del tempo; 5. Mancanza di integrazione: i volti delle persone, ad esempio, non sembrano integrati ed alcuni autistici hanno l’impressione che dietro i volti non ci sia niente; 6. Problemi di generalizzazione: la base dell’attribuzione di significato, della conoscenza, è troppo “ristretta” per permettere una generalizzazione spontanea e flessibile ad altri contesti; 7. Percepire e attribuire significato ogni singola volta: le persone autistiche hanno bisogno di tempo per elaborare le informazioni; il processo percettivo si compie passo dopo passo e non automaticamente, esigendo, quindi, uno sforzo enorme.
Tutto questo ha un effetto significativo sullo stile di apprendimento delle persone con autismo e spiega la necessità di utilizzare strategie di intervento molto specializzate ed individualizzate, per facilitare l’acquisizione di competenze, relative a tutte le aree evolutive, dal cognitivo all’autonomia. Infatti, in questo senso, gli strumenti visivi sono strategie in grado di ampliare il processo di apprendimento di abilità, basandosi sulle capacità della persona di acquisire l’informazione, attraverso il canale visivo: gli ausili visivi, come schede e calendari, hanno la funzione primaria di fornire l’informazione in una forma logica, strutturata e sequenziale.
L’informazione, data in una forma visiva concreta, aiuta le persone autistiche a gestire meglio eventi che, durante la giornata, sono fonte di confusione e frustrazione e la previsione delle attività della giornata rappresenta un passo importante verso l’autonomia: ciò dà alla persona con autismo la percezione di controllare meglio la propria vita.
Il bambino autistico ha bisogno di essere accompagnato a comprendere ciò che lo circonda, attraverso stimoli chiari, conosciuti, ordinati, che definiscano i luoghi, le attività e i tempi.
La strutturazione tuttavia non deve significare rigidità, ma deve essere flessibile, costruita in funzione dei bisogni e del livello di sviluppo del singolo bambino e soggetta a modifiche in ogni momento; né deve essere fine a se stessa, ma rappresentare un mezzo per aiutare una persona in difficoltà a causa della propria impossibilità a comunicare. La strutturazione, infatti, non ha lo scopo di creare un rituale, anzi, è una forma di comunicazione verso il bambino che dovrebbe proprio ottenere di liberarlo da quei rituali che gli danno sicurezza e prevedibilità, offrendogli un’alternativa. È qui che si colloca la Neuroarchitettura con la nostra proposta di Progettazione di una stanza multisensoriale per persone con Disturbo nello Spettro dell’Autismo: cervello e ambiente.
(segue nella seconda parte)
Dr.ssa Vincenza Alfano - Pschiatra e Neurologo Dr.ssa Annamaria Ascione - Psicologo Clinico - Psicoterapeuta Arch. Erika Esposito - Interior Designer
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