Una donna aveva affidato degli animali di sua proprieta’ ad una allevatriche che, a suo dire, li aveva mantenuti in condizioni igieniche molto scadenti, con alimentazione insufficiente, al punto che alcune bestie si erano anche ammalate.

In seguito a cio’ la propietaria degli animali aveva inviato un fax di protesta all’ allevatrice ne quale, tra l’ altro, aveva apostrofato l’ altra con i termini di “dilettante e ignorante”.

Citata in giuduizio per ingiuria, la donna era stata prima assolta dal Giudice di Pace (che aveva ritenuto tali termini non offensivi in quanto usati per mettere in evidenza evidenza la mancanza di professionalita' dell'allevatrice e la "inadeguatezza della prestazione"; in seguito era stata invece condannata per il reato previsto dall'art. 594 c.p dal Tribunale, di opposta opinione.

La Corte di Cassazione, V sez. Penale, Sentenza n.8639 /2008,  ha confermato la condanna, ritenendo che il termine 'dilettante', spesso usato insieme ad 'ignorante' puo' avere un significato di dispregio "specialmente quando si vuole evidenziare mancanza di adeguata preparazione in relazione ad attivita' professionali". Inutili le argomentazioni della donna, che rimarcava come ci fossero frasi ben piu' gravi di quelle da lei utilizzate, e come queste facessero ormai parte del linguaggio comune; la Cassazione rigettava tali argomentazioni affermando che "rettamente il giudice d'appello ha ritenuto che le parole 'dilettante' e 'ignorante' sono state usate insieme in senso spregiativo, perche' esse comunemente hanno un tale significato, specialmente quando si vuole evidenziare mancanza di adeguata preparazione in relazione ad attivita' professionali, come quella esercitata dalla parte offesa … che richiedono sapere tecnico e cultura".

DZ - CP