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Meniscopatie degenerative: serve l' intervento?
Pubblicato da dzamperini in data 13/09/2014 00:00
Medicina Clinica Lo studio FIDELITY suggerisce che nei pazienti con lesioni meniscali senza segni di gonartrosi l'intervento artroscopico di meniscectomia parziale non ottiene risultati differenti rispetto alla artroscopia simulata.

In questo studio [1], denominato FIDELITY, sono stati reclutati 146 pazienti (età 35-65 anni) con lesioni degerative del menisco mediale del ginocchio. I pazienti riferivano sintomi legati alla meniscopatia e non erano evidenti segni radiologici di gonartrosi.
Dopo randomizzazione i partecipanti sono stati trattati con intervento di meniscetomia parziale per via artroscopica oppure con artroscopia simulata. Il follow up è stato di un anno.
Si è registrato un miglioramento sia dei sintomi che del dolore articolare in entrambi i gruppi, senza differenze significative a 12 mesi.
Non si sono registrate differenze per quanto riguarda la soddisfazione dei pazienti e la comparsa di effetti avversi gravi.
 
In conclusione, lo studio FIDELITY suggerisce che nei pazienti sintomatici con lesioni degenerative meniscali l'intervento di meniscetomia parziale non sembra efficace nel migliorare esiti clinici importanti come il dolore e l'impotenza funzionale rispetto alla chirurgia simulata.
 
In realtà non si tratta del primo studio che mette in dubbio l'efficacia della chirurgia artroscopica del ginocchio.
 
Una revisione Cochrane di alcuni anni fa [2] suggeriva che la chirurgia artroscopica del ginocchio non è utile in pazienti non selezionati con gonartrosi rispetto alla chirurgia simulata.
 
Un altro studio, già da noi recensito [3], ha mostrato che la chirurgia artroscopica associata a terapia medica e fisiatrica non è superiore al solo trattamento conservativo ottimale nei pazienti con gonartrosi di entità da moderata a grave.
 
In uno studio più recente [4] sono stati reclutati pazienti con gonartrosi e associate lesioni meniscali, randomizzati a meniscetomia parziale e terapia fisica oppure a sola terapia fisica. Anche in questo caso non c'era differenza nel miglioramento dei sintomi tra i due gruppi.
 
Infine in uno studio [5] sono stati reclutati pazienti affetti da lesioni del menisco mediale senza gonartrosi, randomizzati a meniscectomia oppure ad esercizio fisico intenso. Lo studio ha concluso che non c'erano differenze tra i due gruppi per quanto riguarda il dolore, la funzionalità del ginocchio e la soddisfazione del paziente.
 
Si potrebbe obiettare che in alcuni di questi studi si è ricorso alla chirurgia simulata: nella pratica clinica un conto è sottoporre un paziente ad una artroscopia simulata e un altro è trattarlo con terapia conservativa. Nel primo caso infatti non si può escludere che il miglioramento dei sintomi possa essere legato all'effetto placebo (convinzione di essere stato sottoposto a intervento). E' vero però che in altri studi la chirurgia artroscopica è stata confrontata con il trattamento conservativo.
 
In ogni caso, quali conclusioni può trarre il medico pratico da questo insieme di dati?
 
Considerato che nella pratica del mondo reale non è possibile ricorrere ad intervento simulato, un comportamento che ci pare ragionevole è il seguente: informare il paziente circa i risultati degli studi finora effettuati e prospettargli un trattamento conservativo, riservando l'intervento artroscopico ai casi che non rispondono dopo un congruo periodo di tempo.
 
 
Renato Rossi
 
 
Bibliografia
 
 
1. Sihvonen R et al. Finnish Degenerative Meniscal Lesion Study (FIDELITY) Group.
N Engl J Med. 2013 Dec 26;369:2515-24.
 
2. Laupattarakasem W et al. Arthroscopic debridement for knee osteoarthritis.
Cochrane Database Syst Rev. 2008 Jan 23;CD005118.
 
3. http://www.pillole.org/public/aspnuke/newsall.asp?id=4235
 
4. Katz JN et al. Surgery versus physical therapy for a meniscal tear and osteoarthritis.
N Engl J Med. 2013 May 2;368:1675-84
 
5. Yim JH et al. A comparative study of meniscectomy and nonoperative treatment for degenerative horizontal tears of the medial meniscus. Am J Sports Med. 2013 Jul;41:1565-70
 
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