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Come gestire l'aspettativa di antibiotici dei pazienti
Pubblicato da dzamperini in data 02/12/2014 00:00
Medicina Clinica
Esperti di comunicazione hanno suggerito che è buona pratica clinica chiedere direttamente ai pazienti se essi si aspettano di ricevere la prescrizione di un antibiotico per un’infezione acuta del tratto respiratorio superiore (URTI), come parte di una corretta comunicazione relativa alle idee, alle preoccupazioni e alle aspettative dei pazienti circa i problemi di salute.



Questi suggerimenti sono emersi da studi inerenti il tema del “come condurre al meglio la consultazione”, quando gli antibiotici sono ritenuti clinicamente inappropriati ma vengono comunque prescritti per soddisfare le aspettative che hanno i pazienti o i parenti circa gli antibiotici, secondo la percezione dei loro medici.

Scopo di questo lavoro era quello di esplorare i punti di vista e le esperienze dei medici di famiglia circa l’uso di tali strategie con i loro pazienti, focalizzando l’intervista sul problema di stimolare le aspettative dei pazienti circa gli antibiotici come trattamento delle infezioni del primo tratto respiratorio. Gli autori hanno condotto uno studio qualitativo utilizzando interviste semistrutturate a 20 medici di famiglia nel South Wales, United Kingdom, ed eseguendo un’analisi tematica.

Risultati

I medici di famiglia ipotizzavano che la maggior parte dei pazienti o dei parenti desiderasse un antibiotico, nello stesso modo in cui voleva essere "controllata" per assicurarsi che la malattia non fosse "niente di grave". I medici hanno dichiarato di non porre domande dirette circa le aspettative, per evitare l’eventuale confronto. Preferivano, invece, stimolare l’aspettativa di antibiotici in modo indiretto, prima o durante l’esame obiettivo. La maggioranza ha descritto l’atto del riferire i risultati dell’esame obiettivo come una “radiocronaca” volta ad influenzare le aspettative e a contribuire ad evitare il generarsi di una resistenza rispetto ad un piano esplicito e troppo veloce di non prescrivere antibiotici. I medici hanno utilizzato la “radiocronaca”, quindi, per preservare e migliorare il rapporto medico-paziente.

Gli autori concludono che i medici di famiglia, nel mondo reale, usano metodi indiretti per esplorare le aspettative dei pazienti circa il trattamento e, sulla base del loro esame obiettivo, sviluppano un argomento per rassicurare il paziente o i parenti. Diversamente dai modelli proposti dalla letteratura sulla comunicazione, gli interventi per promuovere un’appropriata prescrizione di antibiotici potrebbero includere un focus sul training in comunicazione che integri questi metodi indiretti come parte della costruzione di una relazione collaborativa medico-paziente e che utilizzi la “radiocronaca” dell’esame obiettivo per facilitare la partecipazione del paziente alle decisioni cliniche.

Fonte:

Managing Expectations of Antibotics for Upper Respiratory Tract Infections. A Qualitative Study. Mohammed Mustafa. Ann Fam Med. 2014; 12 (1):29-36

Commento di Patrizia Iaccarino

In un'epoca in cui assistiamo ad un dannoso aumento della antibiotico-resistenza, legata a vari motivi, tra i quali anche la "inappropriata prescrizione di antibiotici", soprattutto nelle virosi respiratorie, un monito per i medici di famiglia circa la inappropriatezza prescrittiva legata a difficoltà relazionali medico-paziente (medico compiacente che soddisfa passivamente le aspettative dei pazienti). Tuttavia, da questo lavoro si evince anche che, a volte, i "dettami" delle scienze che si interessano di comunicazione e di comportamento, possono essere suscettibili di miglioramenti derivanti da suggerimenti di chi, da anni, lavora sul campo con i pazienti, come i medici di famiglia. 

 
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