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Un caso clinico che fa pensare
Pubblicato da dzamperini in data 03/12/2023 00:00
Medicina Clinica


Una caramella dalle particolari implicazioni


Un interessante caso clinico pubblicato recentemente da Area Pediatrica, rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria, merita di essere segnalato e commentato perché fornisce un ottimo esempio di come narrando si possano fornire notizie importanti e stimolare approfondimenti e riflessioni(1).

“Un bimbo di due anni tiene portato dal pediatra dai genitori in quanto appare sonnolento e poco reattivo. Il pediatra visita accuratamente il bimbo e riscontra una frequenza cardiaca di 140 al minuto una pressione arteriosa di 96 su 56 una saturazione di ossigeno di 96; la frequenza respiratoria è di 26 al minuto e la temperatura ascellare di 36,5; l'esame neurologico non evidenzia rigidità nucale ma piuttosto la incapacità di mantenere la posizione seduta; le pupille appaiono in midriasi e poco reattive, le congiuntive sono iperemiche.
Dati i segni neurologici suggestivi di un problema acuto e forse grave il pediatra indaga su una possibile assunzione accidentale di farmaci e dato l’imbarazzo della madre invia il bimbo al pronto soccorso.

Il pediatra ospedaliero dimostra immediato fiuto clinico ed ottime capacità decisionali (forse valorizza la associazione di tachicardia e di iperemia congiuntivale..): non spedisce il bimbo a fare inutili accertamenti radiologici, intuisce subito la inaffidabilità dei genitori, richiede uno screening ematochimico e per le malattie metaboliche congenite e la ricerca di farmaci e stupefacenti nelle urine.

In attesa dei risultati sottopone il bimbo ad idratazione veloce con la quale In effetti si inizia a notare qualche lieve miglioramento. Dopo più di un'ora il mistero è svelato: il povero bimbo presenta nelle urine metaboliti della cannabis. Posti di fronte alle proprie responsabilità i genitori ammettono che la sera precedente avevano assunto cannabinoidi con amici e che questi ultimi avevano portato vari dolci contenenti cannabis: forse il bimbo ne aveva mangiato uno ma loro non se ne erano accorti.

Commento;
 evitiamo di dilungarci in riflessioni etiche ma cogliamo lo spunto dalle sofferenze del povero bimbo per richiamare la attenzione dei lettori su alcuni aspetti di rilevante interesse medico ben evidenziati anche nell'articolo.

1) Secondo i dati ufficiali dell'OMS almeno 147 milioni di persone al mondo ( ovvero il 2,5% della popolazione mondiale) consumano abitualmente cannabis o cannabinoidi.

2 ) Il consumo di cannabinoidi è aumentato in tutti i paesi che consentono l'uso di queste sostanze a fini "ricreativi".In questi stessi paesi è considerevolmente aumentata la produzione e la vendita di prodotti alimentari e soprattutto di dolci contenenti derivati della cannabis.

3) Il dato scientifico della lieve tossicità della cannabis nei consumatori occasionali è stato volutamente manipolato da alcuni media che diffondono la notizia che queste sostanze sarebbero innocue. Un poderoso studio americano su oltre 68000 adolescenti e bambini ( età media 14 anni) pubblicato su Jama (2) ha invece dimostrato che bambini e giovani consumatori abituali o comunque esposti alla cannabis anche a dosaggi moderati presentano segni/sintomi di disturbi mentali : la loro incidenza è di 17 volte superiore nei soggetti consumatori abituali e di 2-4 volte superiore nei consumatori occasionali rispetto ai non-consumatori. Questi ultimi presentano generalmente solo ansia e/o depressione, mentre i forti consumatori presentano disturbi della memoria, deficit cognitivi, comportamenti antisociali e talora aggressivi verso gli altri e verso sé stessi, fino al suicidio.

4) La utilizzazione dei cannabinoidi nella terapia di alcune malattie neurologiche (ad esempio la sclerosi multipla) è Indiscutibilmente corretta ma viene purtroppo strumentalizzata in alcuni media per affermare che queste sostanze non solo non fan male ma possono addirittura far bene....

5) Particolare preoccupazione suscita il diffondersi dell'uso di cannabinoidi sintetici che agiscono sui medesimi recettori del tetraidro-cannabinolo, ( metabolita attivo della cannabis) ma hanno strutture chimiche molto diverse dai prodotti naturali, sono più attivi e pericolosi e non sono individuabili nei liquidi biologici con le comuni indagini.

6 ) La larga maggioranza dei consumatori di questi prodotti sostengono di farne uso occasionale. È tuttavia opportuno che il medico sia sempre scettico in proposito ed eventualmente ricorra alla indagine sui capelli per valutarne l'uso continuativo.

Concludendo questo interessante e conturbante caso clinico, a quanto risulta non infrequente, richiama alle proprie responsabilità, oltre ai legislatori, il personale sanitario che dovrebbe essere consapevole che tanto la cannabis che ancor più i cannabinoidi molto spesso sono nocivi alla salute e soprattutto che il loro consumo può coinvolgere varie vittime Innocenti quali il bimbo che è stato ricordato nell'articolo citato.

Riccardo De Gobbi



Bibliografia

1)Ferrara D, Giordano C et Al.: Il Bambino e la cannabis: un incontro fortuito Area Pediatrica Vol 24 N 2 apr-giu23
2) Sultan R.S. et Al.: Nondisordered Cannabis Use Among US Adolescents JAMA Netw Open. 2023;6(5):e2311294. doi:10.1001/jamanetworkopen.2023.11294

 
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